Sono ormai fortunatamente molto lontani i tempi in cui i chierichetti del centro storico venivano mandati a lanciare sassi contro la porta della chiesa metodista di Contrà San Faustino, a pochi metri dal Corso Palladio e dal centralissimo Cinema Odeon. Una presenza storica quella della comunità metodista a Vicenza (il luogo di culto venne aperto nel 1910, ma una comunità era presente in città fin dal 1869) e per lungo tempo malvista e avversata dal clero e dai fedeli cattolici. Poi, con il Movimento Ecumenico e il Concilio Vaticano II, le cose iniziarono lentamente a cambiare. I metodisti aprirono le porte e San Fasustino iniziò ad essere uno dei luoghi di incontro, di preghiera e di approfondimento teologico durante la tradizionale settimana per l’Unità dei cristiani che si tiene ogni anno dal 18 al 25 di gennaio.
Ma da un paio d’anni è stato piantato un seme piccolo, ma prezioso, per un incontro e un dialogo che vanno oltre questa specifica settimana dell’anno dedicata al dialogo ecumenico. Il parroco dell’Unità Pastorale Centro Storico don Ivano Maddalena e il pastore della chiesa Metodista Davide Ollearo hanno deciso di proporre alle loro rispettive comunità di vivere insieme la Lectio Divina sul Vangelo della Domenica (uguale nel calendario liturgico delle due confessioni cristiane) nei cosiddetti tempi forti. E così nel tardo pomeriggio dei giovedì di Avvento e Quaresima una ventina di persone, cattoliche e metodiste, si ritrovano insieme a condividere lo studio della Parola di Dio, ora guidate dal parroco cattolico, ora dal pastore evangelico, tutti con libertà poi di condividere risonanze, dubbi, domande, preghiere.
«Per me è un’esperienza bellissima e stimolante – racconta Viola Meli, 69 anni, della parrocchia di Santa Caterina -. All’inizio c’era forse un po’ di imbarazzo, ma anche curiosità di conoscersi e capire quali effettivamente erano le differenze tra le nostre due diverse confessioni cristiane. Certamente il fatto di sederci tutti attorno ad uno stesso grande tavolo ha aiutato il dialogo». Viola è tornata a frequentare assiduamente la parrocchia da qualche anno, mettendosi anche a disposizione come catechista dei più piccoli.
«La prima cosa che noi cattolici abbiamo notato dei fratelli e delle sorelle metodiste è che loro sono arrivati con la Bibbia e un quaderno sotto il braccio. Segno di una passione e serietà nello studio biblico che a noi manca quasi completamente e che loro coltivano invece fin da piccoli. La volta dopo anche noi eravamo tutti debitamente attrezzati!». Ma c’è anche un altro aspetto che ha colpito e fatto riflettere Viola: «Tendenzialmente noi cattolici abbiamo sempre fretta, quando andiamo in chiesa o partecipiamo ad un incontro in parrocchia spesso guardiamo l’orologio e se il prete si dilunga un po’ di più, subito diventiamo insofferenti. Durante la lectio condivisa ho avuto la sensazione che, per gli amici metodisti, quello che stavamo facendo fosse invece la cosa più importante, cui dedicarsi senza altre preoccupazioni. Un clima che a volte ho ritrovato agli incontri biblici proposti al Centro vocazionale Ora X, ma che perlopiù manca nelle nostre comunità ».
Ora quando Viola incontra qualche membro della comunità metodista per la strada, non mancano i saluti e l’interessamento reciproco: dalla condivisione della Parola inizia a generasi fraternità . Tra i metodisti che hanno accolto l’invito alla lectio divina settimanale condivisa c’è invece Roberto Bassan, 49 anni, operatore socio sanitario: «Per me che provengo dal cattolicesimo, come altri membri della nostra comunità di Vicenza, questi momenti sono tanto più preziosi. Devo dire che si vede come da ambedue le parti sia cambiato molto l’approccio negli anni. Se prima poteva capitare ancora di guardarsi con sospetto, oggi si respira solo un autentico desiderio di conoscersi, ascoltarsi e arricchirsi vicendevolmente. Si guarda prima di tutto a ciò che ci unisce, ovvero la fede in Gesù Cristo. Le differenze che provengono dalle diverse tradizioni, sono colte più come un arricchimento che come un problema. Questo lo abbiamo visto in particolare facendo la lectio divina insieme sull’Annunciazione. Grazie alla delicatezza del nostro pastore e di don Ivano insieme abbiamo guardato a Maria come al modello della vera discepola di Gesù e questa è la cosa più bella e importante».
Roberto conserva il sogno che un giorno cattolici e metodisti possano anche spezzare insieme il pane eucaristico: «Su questo ha lavorato tanto il pastore Paolo Ricca i cui studi sono ancora illuminanti. Unità non significa arrivare a pensarla tutti allo stesso modo, ma giungere insieme ad una nuova visione condivisa o almeno accettare le diverse sensibilità come complementari e non come oppositive. Trovo assurdo che i cristiani si dividano proprio sulla ‘comunione’, ma intanto spezziamo insieme in fraternità il Pane della Parola ed è già un bel traguardo!».
Alessio Graziani
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