Scordiamoci definitivamente di maneggiare il cellulare mentre guidiamo. La tentazione è forte, ma dobbiamo lasciarlo nella borsa, sul sedile. In auto sono consentiti l’uso dell’auricolare (singolo, un orecchio deve essere libero) e del bluetooth, ma i dispositivi elettronici non si toccano. Il rischio è il ritiro della patente immediato. È una delle novità principali del nuovo codice della strada entrato in vigore il 14 dicembre scorso. Guerra ai telefonini, ma anche tolleranza zero nei confronti di chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, introduzione della mini sospensione della patente, pene più severe per i recidivi che alzano il gomito, obbligo di casco, targa e assicurazione per i monopattini elettrici e una tutela maggiore per pedoni, ciclisti e motociclisti. Il ministro per i trasporti Matteo Salvini, che ha fortemente voluto le modifiche al Codice della strada, spera di «salvare vite» e auspica che i nuovi divieti di trasformino in «buone abitudini».
Ad un mese dall’entrata in vigore analizziamo punto per punto con Michele Camarata, 54 anni, Commissario della polizia locale di Vicenza, responsabile dell’ufficio verbali, polizia stradale, vigilanza di quartiere, segreteria del Comando.
Commisario, vietato il telefono alla guida. La novità è la sospensione della patente che prima non c’era.
«Se fermiamo un conducente con un dispositivo elettronico in mano la sanzione è di 250 euro, senza la possibilità di pagare entro 5 giorni con lo sconto del 30%, più il ritiro immediato della patente per almeno 15 giorni. Se il conducente ha un punteggio inferiore a 20 punti nella patente si aggiunge un’ulteriore sospensione dai 7 ai 14 giorni, fino a 30 se è coinvolto in un incidente stradale».
L’obiettivo è togliere ogni forma di distrazione al volante.
«Nel momento in cui la nostra attenzione è concentrata sul cellulare è come se ci bendassimo gli occhi e avanzassimo alla cieca, diventando pericolosissimi».
Quanti incidenti sono causati da persone che telefonano o messaggiano?
«È molto difficile individuare in sede d’incidente se la causa è stata l’uso scorretto del cellulare. Sicuramente la distrazione è la causa principale: si finisce fuori strada, si tampona, si investe qualcuno. Quando facciamo controlli su strada constatiamo che molto spesso la gente tiene il cellulare in mano, digita sul display. Dal 14 dicembre ad oggi (7 gennaio, giorno dell’intervista) per questo motivo abbiamo già ritirato 6 patenti».
Alcol: ci sono novità per chi si mette alla guida alticcio?
«Per chi non è recidivo non è cambiato nulla. Con un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 g/l la sanzione è di 543 euro, con la sospensione della patente e 10 punti sottratti. Se provoca anche un incidente stradale, oltre alla sanzione di 1.086 euro è previsto il fermo amministrativo dell’auto per 180 giorni. Dal 14 dicembre è cambiato molto per chi sarà condannato per guida in stato di ebbrezza: il giudice potrà imporre, per poter tornare a guidare, alcune condizioni: il limite zero alcol e l’utilizzo dell’alcolock. Cosa ne scaturirà da queste modifiche è ancora presto, lo vedremo più avanti».
Che cos’è l’alcolock?
«Un’apparecchiatura che deve essere installata sull’automobile utilizzata dal “riabilitato alla guida”: il veicolo si accende solo dopo aver soffiato sul dispositivo che ha rivelato l’assenza di alcol. L’installazione è a spese della persona condannata. È come dire: se ho l’obbligo delle lenti sulla patente, prima di accendere l’automobile devo indossare gli occhiali. Allo stesso modo prima di partire devo soffiare sul dispositivo».
È già in commercio?
«Ci dovrà essere un decreto ministeriale che disciplinerà l’installazione, i sigilli, le tarature, tempi e modi: negli Usa lo utilizzano già. Le vetture immatricolate dopo il 2022 dovrebbero avere la predisposizione per l’alcolock collegata alla parte elettronica dell’auto ».
C’è la convinzione generale che il nuovo codice della strada abbia inasprito pene e sanzioni per chi guida dopo aver ingerito alcol. Sui giornali si parla di cocktail analcolici, vino senza alcol, bottiglie ordinate solo da tavolate numerose…
«Come dicevo ci sono novità solo per i recidivi, ma tutto sommato è meglio così. È a favore della sicurezza della circolazione. Il messaggio che deve passare è che non bisogna bere sconsiderevolmente e poi mettersi alla guida».
Che cosa bisogna bere per superare 0,5 g/l?
«Difficile dirlo: dipende da persona a persona, dal peso, sesso, età, da come reagisce il fegato, da quello che si è mangiato, le variabili sono tantissime. Possiamo dire che una birra con una pizza non crea problemi, ma se si aggiungono gli “ammazzacaffè” o superalcolici la situazione cambia. Attenzione, anche se l’impressione è quella di essere sobri, dopo aver ingerito alcol la reattività è compromessa».
Fate sempre la prova del “palloncino”?
«Facciamo controlli a campione, fermiamo i conducenti, li invitiamo a sottoporsi al test. Il rifiuto comporta l’applicazione della sanzione massima. L’alterazione non è sempre visibile, cambia da persona a persona: se non ci si regge in piedi, si ha un forte alito vinoso, l’esperienza ci dice che, sicuramente, il tasso alcolemico è sopra l’1,5 g/l e si rientra nell’ambito penale. In ogni caso controlliamo tutti, a prescindere dalla stato di alterazione».
Per quanto riguarda le droghe che cosa è cambiato?
«Prima era previsto l’accertamento di un medico che attestasse l’alterazione alla guida. Adesso la sola presenza della sostanza è sanzionata. Se prima si fumava una “canna”, ma si era in grado di sostenere una conversazione tranquillamente era difficile che il medico attestasse l’alterazione. Adesso invece, con le modifiche, basta solo la presenza della sostanza all’interno dei liquidi biologici. Se il test risulterà positivo si sarà già oggetto di sanzione, a prescindere dallo stato di alterazione. Per semplificare vale come per l’alcol, ma senza i livelli. Vedremo come si evolverà la norma. Per quanto riguarda l’utilizzo del test salivare in strada sarà normato da una direttiva ministeriale, come l’alcolock. Oggi, in caso di incidente stradale o in sede di controllo, accompagniamo la persona in ospedale per l’accertamento. Se si rifiuta la sanzione è massima: ammenda da 1.500 a 6.000 euro, arresto, sospensione della patente e sequestro del veicolo».
Le tracce di cannabis possono rimanere nel sangue per tre giorni. Si parla di una norma incostituzionale.
«Se vuoi guidare non devi assumere sostante stupefacenti: questo è l’indirizzo a livello europeo. Se nel capello le tracce rimangono fino ad una settimana, nei fluidi potrebbero rimanere fino a 2 giorni. Non ritengo sia sbagliato, quando “portiamo” almeno 1.500 kg di veicolo, se investiamo pedoni, ciclisti, motociclisti, possiamo fare loro molto male. Dobbiamo considerare l’automobile come un’arma a tutti gli effetti. Dobbiamo usare la massima prudenza se davvero vogliamo diminuire gli incidenti stradali. Nel 2023 in Italia ci sono stati circa 4.000 morti sulle strade e un numero elevatissimo di lesioni permanenti. Capisco la vita frenetica, le corse, il lavoro, ho dei figli anch’io, ma la prudenza e le regole sono fondamentali. Io sono per il giusto equilibrio tra gli impegni della vita quotidiana e il rispetto delle norme del codice della strada».
Tra le novità c’è la mini sospensione della patente. Che cos’è?
«Il messaggio che deve passare è questo: chi ha una patente con meno di 20 punti deve stare più attento degli altri. Scatta il ritiro della patente anche per le sanzioni più semplici: mancata precendenza ad un incrocio o mancato allaccio della cintura da parte del conducente. Il primo ritiro breve della patente eseguito dai nostri agenti è stato proprio perché un signore non indossava la cintura. Tra 10 e 20 punti i giorni di ritiro sono sette e se il veicolo è coinvolto in un sinistro stradale raddoppiano. 14 sono i giorni previsti da 0 a 10 punti sulla patente, che diventano 30 in caso di incidente. La patente ritirata rimane nella sede del nostro Comando e viene restituita al termine del periodo di ritiro salvo il caso in cui non vi sia una ulteriore sospensione disposta dalla Prefettura. Il ritiro viene inserito nel portale del Ministero dei trasporti ed è visibile in tutta Italia dalle forze di polizia stradale».
Per i monopattini ora c’è l’obbligo di casco, targa e assicurazione.
«Per il momento, di fatto, c’è solo l’obbligo del casco; va bene indossare quello omologato per le biciclette. Molti non ne sono a conoscenza, abbiamo già fatto qualche verbale. Per targa e assicurazione al momento è tutto sospeso; attendiamo il decreto ministeriale che detterà le linee guida. I monopattini possono circolare su strada e solo in centro abitato, devono essere dotati di luci, campanello e frecce».
Le associazioni delle vittime della strada sostengono che le leggi in Italia ci sono, andrebbero intensificati i controlli.
«Vent’anni fa eravano in 140, oggi siamo 115, con alcuni colleghi impegnati nel contrasto alla microcriminalità. Si sta tentando la strada dell’informatizzazione, per avere meno lavoro burocratico e rendere le procedure più snelle, ma bisogna comunque fare i conti con il personale. Facciamo tutto il possibile, chiaro che se avessimo 50 nuovi agenti potremmo fare di più».
Da quanti anni non veniva modificato in modo così deciso il Codice della strada?
«Piccole modifiche sono sempre arrivate ad agosto e dicembre, ma non ne vedevamo di così importanti dal 2010. Siamo impegnati nel dare più informazioni possibili; gli utenti che ci chiedono, ci scrivono. Molti non sono informati».
Marta Randon
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