Nelle poche righe dell’incarico affidato dal Vescovo al diacono Bruno Gasparin, si concretizza per la diocesi di Vicenza una nuova modalità con la quale viene nominata una persona incaricata della cura pastorale di una parrocchia. Dallo scorso dicembre, infatti, Gasparin partecipa (in seguito alla rinuncia del parroco don Piero Astegno per raggiunti limiti di età) alla cura pastorale della parrocchia di San Tomio di Malo con don Giampaolo Barausse quale moderatore.
La decisione è avvenuta dopo che il Vescovo, sentiti i pareri del Consigli diocesani presbiterale e pastorale, ha ritenuto che potesse essere applicato il paragrafo 2 del canone 517 del Codice di diritto canonico. «Questo paragrafo – spiega don Adolfo Zambon, Cancelliere vescovile – prevede che la partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia possa essere affidata ad un diacono, ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunità di persone, e che ci sia un sacerdote come moderatore della cura pastorale, al quale fare riferimento. Non può infatti esserci una comunità senza un presbitero che assicuri il legame con il Vescovo e con la Chiesa universale».
Si tratta quindi di un passo molto concreto e “istituzionale” per un coinvolgimento diretto e “ufficiale” di diaconi, laici, laiche o gruppi ministeriali nella cura pastorale di una comunità, fermo restando il legame con il presbitero di riferimento. La lettera con la quale è stata annunciata ai fedeli di San Tomio di Malo la nomina del diacono Gasparin rappresenta quindi un primo esempio, «al quale si potrà fare riferimento in altre situazioni», afferma don Adolfo Zambon. Concretamente, “il diacono Bruno Gasparin diventa il riferimento per la vita parrocchiale, per il servizio della Parola di Dio, della liturgia e della carità dove non è prevista la presenza di un presbitero. Per esempio, potrà seguire la catechesi, la predicazione, le attività caritative, incontrare le persone, seguire i diversi gruppi già presenti, stimolare disponibilità per i servizi già esistenti o di quelli di cui si comprende l’utilità”. L’incarico ha durata intanto di un anno e assegna al diacono Gasparin il compito di favorire l’ingresso della parrocchia di San Tomio nell’Up di Malo-San Vito di Leguzzano: “La sua azione – si legge ancora nella lettera si svolge in stretto riferimento con il parroco di questa Unità pastorale, don Giampaolo Barausse, al quale spetta moderare e fornire le linee essenziali dell’agire pastorale”.
«Non è la prima volta che un diacono si dedica ad una comunità in particolare – racconta don Giampaolo Barausse -. Qui da noi è accaduto quando San Vito di Leguzzano entrò a far parte dell’Up di Malo, accompagnata dal diacono Alessandro Savio. La novità dell’incarico affidato al diacono Gasparin è che si tratta di un mandato istituzionale. Finora era lasciato tutto al buon senso dei parroci e dei loro collaboratori. La riflessione è durata mesi e va nella direzione di una pastorale che non è più solamente riferita a un parroco, ma che valorizza i diversi ministeri».
«È un incarico nuovo, che si svilupperà pian piano partendo dall’incontro con il consiglio pastorale – commenta il diacono Bruno Gasparin, 69 anni, di Marano Vicentino ed ex impiegato pubblico -. Trascorrerò metà settimana a Marano e metà a Malo, per fare un po’ di fraternità con i preti. Prima di arrivare a Malo ero in servizio pastorale nell’Up Santa Maria del Summano, dove ho svolto un lavoro simile a quello che dovrà fare a San Tomio con le piccole parrocchie di Santa Maria del Tretto e San Rocco. Una bella esperienza che mi ha permesso di farmi le ossa».
Andrea Frison
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