I tesori architettonici che rendono Vicenza Patrimonio dell’Umanità Unesco sono a rischio? La nostra città è in pericolo? Le famiglie, i bambini, gli anziani che passeggiano, i cittadini che ogni giorno si recano al lavoro a piedi, in bici, in auto, possono stare tranquilli? L’aumento del livello di allerta terrorismo dei giorni scorsi nelle basi americane vicentine si unisce alla preoccupazione dell’autorevole Unesco per il trasporto di merci e materiali pericolosi da e per le caserme americane in città. Due mesi fa, a maggio 2024, Icomos (organismo consultivo del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO sui siti culturali) ha infatti inviato per l’ennesima volta al Comune di Vicenza una precisa raccomandazione. È sempre quella, dal 2017 ad oggi.
La prima raccomandazione
La prima raccomandazione dell’Unesco al Comune di Vicenza recita: “Nessuna merce pericolosa, che potrebbe danneggiare la proprietà del Patrimonio mondiale (e/o le persone) in caso di incidente, deve essere trasportata da e verso la base militare dell’esercito degli Stati Uniti Setaf “Del Din”. Perché l’Unesco ribadisce questo? Sa per certo che sulle nostre strade circolano merci pericolose? Evidentemente sì. Ne abbiamo la prova. Il 3 novembre 2021 l’allora sindaco Francesco Rucco chiedeva spiegazioni al Comando Setaf degli Stati Uniti di Vicenza. Il colonnello Matthew J. Gomlak il 18 gennaio 2022 rispondeva “il personale addetto del comando di Usag Italia effettua il trasporto di merci pericolose secondo le norme previste dall’Accordo Europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada”. Ammettendone quindi la circolazione. Forniva inoltre informazioni dettagliate sulle misure di controllo previste: Movement Control South (Mcs), Setaf carabinieri, Logistic Readiness Centre Italia e la logistica implementata durante il trasporto di materiali pericolosi da/per la caserma Del Din. Nel documento si leggeva anche: “I Carabinieri forniscono la scorta ai veicoli dell’esercito americano e provvedono a interventi per la regolazione del traffico al fine di garantire la sicurezza delle movimentazioni. Per il trasporto di materiali pericolosi questi veicoli devono percorrere solo itinerari prestabiliti”. Per la Caserma “Del Din” il percorso è viale Ferrarin, via Diaz, viale del Sole fino a viale degli Scaligeri e Vicenza Ovest; per la Caserma Ederle il tragitto previsto è via Aldo Moro, viale Camisano, viale Serenissima e Vicenza Est; da Vicenza est e Vicenza ovest viale Annecy è un percorso consentito.
Quali merci pericolose circolano?
Nessun accenno, però, al tipo di “merci pericolose”. Armi? Esplosivi? Bombe? Missili? L’Unesco quest’anno vuole vederci chiaro: nel giro di pochi mesi invita due volte (dicembre 2023 e maggio 2024) il Comune di Vicenza a chiedere al Comando Setaf di “fornire un elenco dei materiali pericolosi trasportati alla/dalla caserma Del Din e le classi di rischio associate secondo l’Accordo Europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada”.
L’Icomos inoltre consiglia al Comune di “prendere in considerazione la stesura di un piano di gestione del rischio contenente ulteriori strategie di mitigazione per ridurre i rischi associati a questa minaccia al patrimonio dell’Umanità”.
L’amministrazione Possamai scrive al Comando Setaf
«A metà giugno il nostro Ufficio Unesco ha inviato una lettera al Comando Setaf della Caserma “Del Din” e per conoscenza al Ministero della cultuta chiedendo, su sollecitazione di Icomos-Unesco, l’elenco dei materiali pericolosi effettivamente trasportati alla e dalla caserma “Del Din” e le classi di rischio associate secondo l’Accordo Europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada – spiega l’assessore al territorio con delega all’Unesco Cristina Balbi – . Siamo in attesa di una risposta».
La preoccupazione dell’Unesco è seria. Il 15 maggio il direttore del World Heritage Centre (WHC) Unesco Lazare Eloundo Assomo invita l’ambasciatore Liborio Stellino (delegazione permanente dell’Italia all’Unesco) “a incoraggiare ancora una volta le autorità competenti a invitare una missione consultiva di ICOMOS a Vicenza per valutare i potenziali impatti dei progetti ora in fase di attuazione o in procinto di essere completati”.
Le 19 raccomandazioni Unesco
La raccomandazione relativa alle merci pericolose è la prima di una lunga serie. Sono infatti 19 i “consigli” che l’Unesco ha inviato al Comune l’ultima volta a maggio e la prima volta nel 2017. Gli altri temi sono la Tav, il complesso di Borgo Berga, le tangenziali, la pianificazione urbana vicino a Villa Trissino e le ville palladiane. Considerando il gran numero di progetti in fase di attuazione a Vicenza, l’Unesco ritiene sia utile “valutare in maniera approfondita l’attuale stato di conservazione del sito Patrimonio dell’Umanità e il relativo contesto più ampio”. C’è il reale rischio che la nostra città perda il suo valore eccezionale?
Ad essere preoccupati per il futuro del sito Unesco “Città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto” e per la sicurezza dei vicentini sono anche un gruppo di associazioni, alcune vicine al mondo cattolico (Civiltà del verde, Comitato Vicenza Est, Comitato Zona San Giovanni, Comitato Borgo Berga-via Leoni, Italia Nostra-Sezione di Vicenza) e alcuni cittadini che il 29 marzo 2024 hanno inviato una relazione di 16 pagine al direttore Unesco Assomo e per conoscenza all’ambasciatore Stellino sottoponendo alcune note e suggerimenti che, evidentemente, sono state lette e recepite. Le associazioni e i cittadini hanno chiesto “che venga organizzata al più presto una advisory mission da parte degli esperti Icomos e che questa preveda un incontro appositamente programmato con i cittadini e le associazioni che tanto hanno fatto e ancora stanno facendo a tutela del sito vicentino”.
In particolare hanno suggerito un “Piano di gestione dei rischi che dia conto e valuti i rischi connessi al trasporto di materiali pericolosi da e verso gli insediamenti, depositi miliari, magazzini presenti sul territorio di Vicenza come la base americana “Fontega” ad Arcugnano, la base americana “Site Pluto” a Longare, la caserma Chinotto CoESPU (Centro di eccellenza per le unità di polizia di stabilità); così come i nodi infrastrutturali che servono per trasportare questi materiali (caselli autostradali A4 e A31 e stazioni ferroviarie di Vicenza e Grisignano di Zocco)”. «Vicenza è una città sempre più militarizzata – afferma Giovanni Marangoni attivista No Dal Molin e firmatario delle note inviate all’Unesco -. Da via Aldo Moro si vedono palazzine crescere come funghi all’interno della Ederle. Quante persone ospiteranno? Perché nell’ultima relazione all’Unesco il sindaco Possamai non ne fa cenno, scrivendo invece che “non sussistono ulteriori aggiornamenti”? Secondo noi doveva farlo. Come doveva avvertire l’Unesco del potenziamento della difesa antiaerea delle basi vicentine, come testimonia un articolo del Giornale di Vicenza del 19 settembre scorso. Ci sono troppe cose che non conosciamo, che non sono chiare. Dopo l’estate proverò a chiedere un dibattito in consiglio comunale. I cittadini vanno informati e coinvolti. Il sito Unesco va tutelato e salvaguardato».
Marta Randon