«La Tav a Vicenza e nel Vicentino è già realtà e si andrà avanti. Bisogna essere pragmatici e dire le cose come stanno. L’Europa ha spinto molto sullo sviluppo della rete ferroviaria principale, l’intenzione delle Ferrovie dello Stato è di quadruplicare tutte le tratte fondamentali con linee ad alta velocità/alta capacità. Le forze politiche in campo sono per la quasi totalità a favore. La cosa che mi preoccupa è che ancora troppi vicentini non sanno di che cosa si tratta e l’impatto che avrà sul nostro territorio». Francesco Di Bella, architetto, è uno dei pochissimi esperti vicentini del progetto del Treno Alta Velocità e Alta Capacità che collega Verona e Padova e che passa per Vicenza. 76,5 chilometri totali, divisi in tre lotti, per completare il collegamento ferroviario tra Milano e Venezia, «arrivando a servire il 75% della popolazione italiana con i treni veloci» cita il sito www.veronapadova.it di proprietà di Iricav 2, Consorzio costruttore dell’immensa opera (è utile darci un’occhiata). Attraversa 22 comuni, 10 dei quali in provincia di Vicenza.Di Bella abita a Sant’Agostino, zona interessata all’opera. Negli ultimi 5 anni ha studiato carte, progetti, incontrato professionisti e cittadini. È chiamato da comitati, associazioni e forze politiche per fare chiarezza. Ci proviamo anche noi.
Architetto, ci spieghi nel dettaglio quali sono i tre lotti e a che punto sono.
«Il primo lotto va da Verona fino al Bivio Vicenza che è al confine tra Altavilla e Vicenza . Sono 44,2 km ed è in costruzione. Il progetto è già stato approvato e il cantiere è partito nell’agosto 2020. Il secondo lotto interessa la città, è lungo solo 6,2 km (di binari) e va dal confine con Altavilla fino a poco oltre la stazione, più o meno fino a Borgo Berga. Le opere infrastrutturali superano di poco la galleria che c’è sotto Porta Monte. I lavori più pesanti, di costruzione, si fermano in stazione. Per questi 6 km è stato consegnato il progetto definitivo nell’agosto 2022 e adesso siamo nella fase di autorizzazione finale che dovrebbe arrivare entro la fine di marzo.Il terzo lotto (26,1 km) riguarda la zona est di Vicenza. Parte dal bivio ferroviario tra le linee per Treviso e Padova, quindi da strada Casale, attraversa il quartiere di San Pio X, e prosegue verso Padova. Qui non ci sono progetti approvati. C’è uno studio di fattibilità fino a Grisignano di Zocco presentato a maggio 2022 in Comune con due possibili soluzioni: una interrata, una in superficie, entrambe a 4 binari che causeranno – si sa già – una cospicua dose di demolizioni ed espropri. Per il terzo lotto è finanziata solo la progettazione».
I fondi per i lotti uno e due arrivano dal Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), giusto?
«Ni. Nel senso che le opere finanziate dal Pnrr devono essere cantierizzate e terminate entro la fine del 2026. Il primo lotto rientra, ma i lavori del lotto 2 non termineranno mai entro quella data. Non è chiarissimo dove verranno presi i soldi; probabilmente dal fondo complementare che però copriva il preventivo di due anni fa: un miliardo di euro. Con il caro materiali e le modifiche del progetto si è passati a un miliardo e seicento milioni di euro. La parte in più al momento pare non avere coperture. Ma sono voci di corridoio».
Il progetto del lotto 2 può essere ancora modificato?
«Sì, potrebbero esserci nuove modifiche. Il margine di ragionevolezza è capire quanti binari si faranno, come l’opera si inserirà all’interno della città, quali opere viarie complementari saranno costruite attorno. Su questi temi potrebbe ancora esserci un margine di discussione. Ovviamente la legge (legge obiettivo 442 ndr) è tutta a vantaggio del proponente (Rete ferroviaria italiana) che non è obbligato a concedere modifiche. Ci possono essere i ricorsi, i Tar, ma alla fine è una partita politica».
I vicentini sono stati coinvolti?
«Ci fu un coinvolgimento molti anni fa, con un referendum on line. Dopo 5 anni che incontro tecnici e cittadini purtroppo c’è ancora un sacco di gente che non sa che cosa sta succedendo e qualcuno glielo deve dire. Anche chi conosce i dettagli del progetto non sa l’impatto che avranno i cantieri, l’inquinamento che porteranno, il traffico».
Per il lotto 2 i cantieri saranno in pieno centro.
«Hanno stimato circa 348mila metri quadri di cantiere di cui 250mila circa nel comune di Vicenza, lunga la linea, in mezzo ai quartieri».
Procederanno un po’ alla volta?
«Sì, ma nel momento di picco dei lavori della Tav saranno tutti attivi».
Analizziamo i pro e contro.
«Ci sarà più scelta di treni anche se l’Alta velocità è una nicchia di mercato. Su ogni passeggero che viaggia su un Frecciarossa ce ne sono 15 sui regionali. Il risparmio di tempo per raggiungere Padova e Verona sarà di 2-3 minuti, 10-12 minuti per arrivare a Milano. Il vantaggio è di avere binari in più che quindi possono offrire servizi di diverso tipo. Ci potrà ad esempio essere un diretto per Milano senza fermate, ma sono benefici che non interessano tutta la clientela. I problemi saranno l’inquinamento acustico, atmosferico, il traffico, gli espropri. Servirà tantissima acqua. I vicentini, poi, non saranno incentivati ad usare i mezzi pubblici, ma l’auto perchè verranno costruiti nuovi parcheggi e strade».
Realisticamente quanto partirà il lotto 2?
«Non è necessario che finisca il lotto 1 perché parta il secondo. Se andassero spediti e trovassero i soldi il cantiere del lotto due potrebbe cominciare quest’estate: da Altavilla verso il centro. Tempo stimato: 9 anni che, se ci saranno problemi, possono diventare 12-15».
Prima accennava agli espropri e indennizzi.
«Per il secondo lotto è previsto l’abbattimento di 100 unità immobiliari, circa 40 condomini e case. Ti bussano alla porta e ti dicono: “Signori entro questa data dovete andare perché il condominio verrà abbattuto”. Ogni immobile viene valutato secondo le stime del momento e, per incentivare a lasciarlo in via bonaria, si aggiunge un 10%. La zona di San Lazzaro sarà colpita duramente. E da chi è abitata? Da stranieri, operai, famiglie, persone semplici che non hanno la forza di opporsi. Se poi arriva il decreto ingiuntivo per l’esproprio si commette un reato e una famiglia ha 60 giorni per andarsene. Se si è organizzata e ha trovato un’alternativa bene, altrimenti è in mezzo ad una strada».