Se l’oratorio è un “laboratorio di talenti”, come scrissero i Vescovi qualche anno fa, allora dev’essere sempre in movimento, in azione, deve essere cantiere aperto alle sperimentazioni. In quest’ottica, anche Noi Vicenza ha deciso di prendere parte alla proposta di Alternanza Scuola Lavoro (Asl), voluta dal Miur con la riforma “La buona scuola”.
Per capire di che cosa si tratta e in quale misura interessa i circoli vicentini, abbiamo intervistato Martina Bon che, dopo aver frequentato il corso Tutor presso Noi Verona, è stata incaricata da Noi Vicenza di seguire il progetto.
Martina, in cosa consiste l’Alternanza Scuola Lavoro?
«Lo dice la parola stessa: è un periodo in cui i ragazzi del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di II grado, alternano alle lezioni delle esperienze lavorative. Era già prevista per gli istituti tecnici e professionali; la novità consiste nell’apertura anche ai licei e nel carattere di obbligatorietà per tutti gli studenti; infatti l’alternanza costituirà parte del voto di maturità. Gli studenti degli istituti tecnici e professionali hanno l’obbligo di fare 400 ore totali, mentre quelli dei licei 200, da programmare sia durante l’estate che durante l’anno scolastico. L’Asl vuole essere un’esperienza pratica in cui i ragazzi si sperimentano e cercano di misurarsi, conoscersi e orientarsi».
Come e perché è nata l’idea, da parte dell’associazione Noi, di aderire a questa proposta?
«L’idea di aprire le porte all’Asl è nata perché si crede nella valenza delle proposte dell’associazione, che siano Grest, doposcuola o altre attività educative e culturali. L’alternanza è un’opportunità per valorizzare gli studenti-animatori che da anni fanno servizio in oratorio, ma anche un’occasione per aprire le porte dell’oratorio a chi non lo conosce».
A chi è consigliata e che caratteristiche dovrebbe avere lo studente tirocinante?
«Sicuramente la consiglio a chi sente una vocazione per il lavoro educativo e sociale, a chi è appassionato di relazioni umane. È rivolta principalmente agli studenti del liceo delle Scienze Umane e a quelli dell’Istituto professionale socio-sanitario, ma non sono esclusi altri indirizzi. Il tirocinante dovrebbe avere voglia di mettersi in gioco e lavorare in gruppo, curiosità di conoscere, soprattutto una passione educativa e relazionale che lo attrae a lavorare e sperimentare nel sociale».
Che attività svolgerebbe lo studente in associazione?
«Dipende. Se il tirocinio si svolge nel periodo del Grest, per esempio, i ragazzi sono animatori a tutti gli effetti e imparano a conoscere le tecniche di animazione, le dinamiche di gruppo, come si gestisce un’attività o un gioco e come ci si relaziona con i bambini. Se invece la proposta è seguire i bambini e i ragazzi nel doposcuola, il tirocinante affiancherà i responsabili nell’attività di sostegno ai compiti e nell’organizzazione di attività ludiche. È importante sapere anche qual è lo stile con cui tutte le attività dell’Asl in oratorio si svolgono: sempre nell’ottica del lavoro di gruppo».
Lo studente sarà seguito?
«Sì, sarà seguito da un tutor “esterno” (alla scuola). È una persona dell’associazione Noi che accompagna il ragazzo nel suo percorso di Asl, lo guida e valuta le competenze acquisite. Siamo di fronte a un percorso strutturato, ma soprattutto di relazione. Il tutor è chiamato in qualche modo a capire i talenti del ragazzo per orientarlo e per aiutarlo nelle scelte professionali future e di crescita personale».
Perché svolgere l’Alternanza proprio in oratorio?
«Nei circoli passano molti ragazzi, si avvicina anche chi sta ai margini ed è quindi un’occasione di incontrare veramente tutti. L’oratorio, poi, oggi come ieri è un osservatorio privilegiato dal punto di vista sociale ed educativo, una possibilità di relazione autentica tra bambini, adulti e anziani, ai quali l’associazione si rivolge. L’associazione stessa è molto dinamica, tende a rinnovarsi ed è popolata da persone che ci credono. Il tirocinante che arriva in associazione ha quindi davanti a sé una testimonianza autentica di passione educativa, capace di mettersi alla prova e sperimentarsi in nuove iniziative».
Perché i circoli dovrebbero investire in questo campo?
«Aderendo all’Asl, si aprono ulteriormente le porte dell’oratorio verso l’esterno, le attività dei circoli possono così essere conosciute, ma anche arricchite da quello che i tirocinanti portano. Si sceglie di accogliere ragazzi in alternanza perché c’è un progetto in cui si crede e in cui si ha intenzione di investire, a partire dalla formazione dei tutor e dalla voglia di mettersi in gioco».
Avete già avuto esperienze di Alternanza Scuola Lavoro?
«Sì, siamo partiti con un progetto pilota al circolo di S. Andrea di Vicenza. In totale abbiamo avuto sette studenti tirocinanti: hanno sperimentato laboratori e sviluppato esperienze diverse, a seconda del percorso di studi intrapreso. Hanno partecipato anche ai corsi di formazione ed è stata un’esperienza positiva, li ho visti molto motivati, partecipativi e propositivi».