«Siete proprio forti voi vicentini!». Non sono certamente le parole più importanti pronunciate da Papa Francesco e non compariranno mai nei discorsi ufficiali del suo Pontificato. Ma sono parole che oggi ci teniamo strette.
Francesco le ha consegnate nel 2016 a una ragazzina di 14 anni di Bolzano Vicentino. Quell’anno, sabato 23 aprile, era in corso il Giubileo dei ragazzi e Alice Carraro, a Roma assieme ad un gruppo di coetanei e alle sue catechiste, si è vista avvicinare da un funzionario del Vaticano: “Vieni, andiamo dal Papa per le confessioni”. E così Alice si è confessata dal Papa, seduto in piazza San Pietro con la stola viola, come tanti altri confratelli preti e vescovi che facevano la stessa cosa. «Ripensare a quel momento mi emoziona ancora, essere scelta in mezzo a tuti quei ragazzi è stata proprio una cosa grande – racconta Alice, oggi 22enne -. Mi tremavano le mani, non riuscivo a pensare a niente e per questo mi ricordo pochissimo. Ma è stata una confessione normale, semplice. E quando il papa ha saputo che ero vicentina ha esclamato: “Ah, i vicentini sono proprio forti!”. Andando via, mi è caduta la giacca, il Papa l’ha raccolta e mi ha seguita per restituirmela».
In 12 anni di Pontificato, tra le migliaia di persone che Francesco ha incontrato ci sono stati anche molti vicentini, noti e meno noti, come Sammy Basso, il ristoratore bassanese Sergio Dussin, l’imprenditore Renzo Rosso, la cantante Francesca Michielin, Vinicio Riva, affetto da un morbo che gli ha sfigurato il volto, laici, preti, religiosi e religiose, seminaristi. Anche le Mamme No Pfas: «La prima volta lo incontrammo in Piazza San Pietro nel 2019, durante l’udienza generale – ricorda Annamaria Panarotto, referente del gruppo -. Una di noi doveva salutare il Papa e sono andata io. È stato un incontro fortissimo. Dovevo consegnargli una lettera e una bandiera della pace. Ero preoccupata, dovevo rappresentare il gruppo non sapevo bene cosa dirgli. Poi, quando mi ha guardata, mi sono per sa in quegli occhi. Gli ho detto qualcosa che sicuramente non era quello che mi ero preparata. Ho visto un volto molto segnato, tanta sofferenza ma anche tanta forza». Un secondo incontro di Annamaria con il Papa è avvenuto durante l’Arena di Pace di Verona, a maggio dell’anno scorso. «Lì in qualche modo mi sentivo “a casa”, dovevo parlare al Papa a nome del gruppo che ha lavorato sull’ambiente e mi sentivo che potevo farlo liberamente. Sul palco, gli espongo la domanda che era stata preparata dagli organizzatori. Era su come costruire relazioni stabili in un veloce cambiamento d’epoca. “Però”, ho aggiunto, “vorremmo che la politica ci ascoltasse di più”. Il Papa ha sorriso, mi ha guardata e mi ha detto: “mi è piaciuto quel però”».
Francesco non aveva paura dell’informialtà, anzi, dimostrava di apprezzare chi usciva un po’ dagli schemi. Il Vescovo emerito di Vicenza Beniamino Pizziol può testimoniarlo. Nel 2022, con un gruppo di giovani della Diocesi, Pizziol partecipò ad un camposcuola vocazionale a Roma culminato con l’incontro con il Papa. «Indossavo una t-shirt bianca fatta dai ragazzi per il campo e le scarpe da ginnastica. Quando arrivò il nostro turno, il Vescovo che ci accompagnava mi disse: “Ma guarda come ti sei presentato, non so cosa ti dirà il Papa”». Non sapremo mai se quel Vescovo era serio o se presagiva la reazione di Francesco che, al solito, stupì tutti: «Mi piace che tua sia venuto vestito così, un Vescovo normale!» disse il Papa, rivolto a mons. Beniamino. «Secondo me lui ha espresso fin da subito un volto evangelico, sinodale – ricorda Pizziol, che con i Vescovi del Triveneto prese parte alla visita ad limina poche settimane dopo l’elezione di Bergoglio -. Sapeva stare in mezzo alle persone, le saluta va una ad una». In quell’occasione a parlare al Papa a nome del gruppo fu Emily Faggioni, oggi 24enne. «Il desiderio di incontrarlo era nato durante un campo vocazionale a Federavecchia, gli animatori mi hanno incoraggiato a scrivergli e la richiesta di incontro è stata accettata – racconta Emily -. Ero agitatissima, non trovavo il coraggio di iniziare a parlare ma il Papa mi ha messa a mio agio con qualche battuta per sciogliere la tensione. Abbiamo incontrato un Papa sorridente, che aveva piacere di stare in mezzo a noi. Francesco sapeva stare in mezzo ai giova ni. Anche quando è venuto a Venezia, lo scorso anno, era molto affaticato, ma era perfettamente in grado di stare con i giovani, di comprende re le dinamiche che viviamo. Parlava usando il nostro vocabolario, non era uno che non riuscivi a seguire. Andava al nocciolo delle cose».
Andrea Frison
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