«Un nuovo inizio, un ritorno alle intuizioni originarie, un cambiamento di prospettiva». Un Giubileo è tutto questo e molto altro e don Flavio Grendele, coordinatore della Commissione diocesana per il Giubileo, invita le parrocchie della Diocesi di Vicenza «ad impregnare di questo spirito giubilare le attività ordinarie della pastorale».
Martedì 24 dicembre, alle 19, papa Francesco aprirà la porta santa della Basilica di San Pietro dando così ufficialmente inizio al Giubileo “Pellegrini di Speranza”. In Diocesi, il Giubileo verrà aperto il 29 dicembre con una celebrazione che inizierà nella chiesa di Santa Corona a Vicenza e proseguirà in Cattedrale. «Nella tradizione ebraica – spiega don Flavio – lo shabbath, il sabato, è un giorno di riposo nel quale i credenti si riagganciano al “patto con Dio” per riprendere in maniera nuova la dinamica della settimana. Il Giubileo è “un grande sabato”. Negli anni, l’alleanza con il Signore si “rilassa”, si contamina, viene un po’ dimenticata. Per questo è importante tornare alle intuizioni originarie che hanno dato vita al popolo di Dio. In questo senso il Giubileo è “un nuovo inizio” che pone rimedio alle storture che si verificano nella storia. Nella Bibbia, alla terra coltivata viene dato riposo, allo schiavo la libertà, vengono cancellati i debiti… un nuovo inizio, per tutti e per ogni realtà».
Nel corso del 2025 anche la Diocesi di Vicenza vivrà alcuni pellegrinaggi a Roma in occasione di alcuni “giubilei”: quello degli adolescenti dal 25 al 27 aprile, il giubileo dei giovani dal 29 luglio al 3 agosto e un pellegrinaggio come Chiesa diocesana dal 26 al 28 settembre. Verranno invece vissuti in Diocesi il giubileo dei malati, l’11 febbraio a Monte Berico, e il giubileo dei ragazzi, dei genitori e delle famiglie il 25 maggio a Vicenza.
«Al di là di questi appuntamenti e di quelli che potranno essere vissuti personalmente o con le proprie parrocchie – spiega don Flavio – la cosa importante è vivere l’ordinario con una dinamica giubilare. Credo che le nostre comunità debbano domandarsi: verso cosa ci chiama questo tempo? Cosa dobbiamo lasciare per camminare verso il nuovo che il Signore ci domanda? Un padre della Chiesa, Sant’Ilario, diceva che Gesù venendo al mondo ha portato con se’ ogni novità. Per questo i cristiani non dovrebbero avere paura del nuovo. Invece, spesso, ne siamo spaventati».
Anche per questo don Flavio torna a ribadire l’invito di papa Francesco ad essere una “Chiesa in uscita”: «La Chiesa non porta novità se guarda solo a se stessa – dice don Flavio -. Il Giubileo si celebra ogni 25 anni e ci domanda di tornare ad abitare il mondo, la storia, le domande, la vita della Chiesa con lo stile di Gesù. Sforziamoci di pensare il Giubileo all’interno della vita della nostra Diocesi, non come una cosa in più da fare, ma come un’opportunità. Come riusciremo ad affrontare nodi e cambiamenti della nostra vita ecclesiale se non riscoprendo l’originalità del Vangelo? Non è ottimismo, ma mettere fiducia in Gesù, che è la nostra speranza».
Andrea Frison
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Mi permetto di dire che ho letto una predica molto interessante. Chi vi scrive e’ un laico che tempo fa era, o si reputava, un buon cristiano. Ora sono lontano mille miglia da quel modo di essere ma non per questo sono scevro e sento che ho ancora voglia di comprendere. Tanti tanti auguri e speriamo di sentirci presto