«Schiodati dal parcheggio! Le auto rimangono ferme quasi il 95% del tempo. A Schio servono 37 campi da calcio per contenere solo quelle di proprietà dei residenti (se stanno ferme!)», «Usalo! Usando il trasporto pubblico spendi meno, ma servono maggiori investimenti». E ancora «Pedala! L’inattività fisica è il quarto più importante fattore di rischio di mortalità nel mondo. Il 65% degli adolescenti non raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati» e, poi, «Piantala! Camminare per 2 km al giorno invece di usare l’auto evita l’emissione in atmosfera di 130 kg di CO2 all’anno che equivale a piantare 6 alberi».
Sono alcune delle frasi comparse in questi giorni su delle sagome in legno installate in area Campus “Carlo Gramola”. Si tratta di una ‘campagna’ organizzata dagli studenti e dalle studentesse delle scuole superiori di Schio per sensibilizzare la città sul tema della mobilità sostenibile, ma anche sul rispetto di pedoni e biciclette.
Il tutto rientra in un percorso iniziato durante lo scorso anno scolastico e che ha coinvolto una dozzina di ragazzi e ragazze e 4 docenti: un tavolo di lavoro permanente – coordinato dall’Amministrazione Comunale – che ha l’obiettivo di promuovere gli spostamenti sulle due ruote e a piedi e incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico non solo da parte degli studenti.
Nell’ambito del tavolo di coordinamento è stato predisposto un questionario per capire come alunni, insegnanti e personale ATA si recano nella cittadella degli studi scledense, dove ogni giorno c’è un flusso di circa 8mila persone. Al questionario hanno risposto in circa 2500 ed è emerso che il 24% utilizza l’auto, l’8% la moto-scooter, il 51% i mezzi pubblici, il 7% la bici e il 10% raggiunge l’area Campus a piedi. «Questi dati ci aiutano a fotografare il quadro entro il quale agire rispetto al tema della mobilità sostenibile. Si tratta di azioni che devono necessariamente svilupparsi in un contesto partecipativo e proiettato al futuro – spiega l’assessore all’ambiente Alessandro Maculan –. I freddi numeri possono dire poco ad uno sguardo approssimativo, ma se elaborati e classificati per provenienze, categoria di appartenenza, abitudini e propensione al cambiamento restituiscono un contesto di partenza molto buono, anche se ovviamente migliorabile. Ciò che emerge è anche un’elevata inclinazione a mutare le proprie abitudini di spostamento dinanzi a strategie chiare e semplificative».
Non solo: nell’ambito del tavolo di coordinamento è stato individuato da parte delle scuole coinvolte nel progetto un docente referente per la mobilità (mobilty manager scolastico) ed è anche stato costituito un gruppo di studenti per ogni scuola (mobility starters) che diventeranno promotori di spostamenti vantaggiosi per l’ambiente e di conseguenza per le persone stesse. I giovani, dunque, avranno un ruolo chiave nell’incoraggiare coetanei e non solo verso abitudini più consapevole e attente.
«Questa campagna di sensibilizzazione rappresenta la forte volontà di lanciare un messaggio rivolto all’intera comunità, chiedendo di riflettere su dati e constatazioni che risultano impietosamente reali e che mettono sotto accusa il sistema autocentrico sviluppatosi negli ultimi 60 anni nel nostro Paese, un modello di movimento che si dimostra sempre più irrazionale, antieconomico e che presenta elevati costi sociali» sottolinea Maculan. «Ideare e realizzare questa campagna è stata un’esperienza molto formativa e interessante, che ci auguriamo possa far riflettere la cittadinanza» aggiungono gli studenti.
Con il supporto degli insegnanti, i ragazzi stanno anche predisponendo una proposta di riorganizzazione viabilistica dell’area Campus che consenta agli utenti di vivere a pieno le vie della cittadella degli studi sottraendo dove e quando possibile questo spazio agli autoveicoli per restituirlo alle persone.