Cultura

Ritirata di Russia. 80 anni dopo Nikolajewka, le gavette sono ancora congelate

di Andrea Frison

«Se un soldato viene dimenticato, muore due volte». Il vicentino Gianni Periz, alpino di terza generazione e presidente della Fondazione 3 novembre 1918, è un custode della memoria della ritirata di Russia. Non solo per la quantità di cimeli raccolti nella sua abitazione, dalle divise degli alpini a quelle dell’armata rossa, per non parlare delle armi, italiane, tedesche e sovietiche, che si fronteggiarono il 26 gennaio di 80 anni fa a Nikolajewka, la battaglia conclusiva della ritirata di Russia. Periz, con altri appassionati sparsi in tutta Italia, svolge un prezioso lavoro di ricerca e raccolta di memorialistica sul corpo di spedizione italiano in Russia, che culmina nel dare un nome, un volto e una storia, o almeno una traccia, ai tanti caduti e dispersi italiani sul fronte orientale.

«C’è ancora molto lavoro da fare
per ricostruire le vicende
dei soldati italiani in Russia»

Oggi il ghiaccio, per citare il celebre libro di memorie di Giulio Bedeschi, non ha ancora liberato dalla sua morsa le “centomila gavette” rimaste in Russia. «Ottant’anni dopo, il lavoro per ricostruire le vicende degli italiani in Russia è ancora molto. Figli e nipoti di caduti e dispersi continuano a cercare notizie dei loro parenti. Fino all’anno della pandemia, almeno una ventina di cassette contenenti resti di soldati arrivavano ogni anno in Italia dai territori dell’ex Unione sovietica». 

Il numero preciso di caduti e dispersi nati nel nostro territorio è di 2.575, su un totale di 97.996, quasi la metà dell’intero corpo di spedizione italiano che arrivò a contare 237 mila uomini». Il nome di Vicenza risuona più volte nella storia della Campagna di Russia. «È stata l’unica città alla quale furono intitolati tre reparti – spiega Periz -. Il gruppo di artiglieria “Vicenza” della Divisione Tridentina, il Battaglione “Vicenza” che venne sterminato con la Divisione Julia, e la Divisione “Vicenza”, schierata sul Don assieme alle Divisioni alpine Tridentina e Cuneense. Dei circa 12mila uomini che facevano parte della Vicenza, il 60% rimasero caduti o dispersi».

Alla Divisione “Vicenza” è dedicato l’incontro in Sala Stucchi di Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, del 3 febbraio, alle 18, organizzato dalla Fondazione 3 novembre 1918. Un incontro per ricordare le vicende di questa divisione e i tanti caduti italiani della ritirata di Russia. «Un soldato dimenticato muore due volte – ricorda Periz -. E dietro ai 2.575 vicentini caduti o dispersi in Russia ci sono altrettante madri, padri, fratelli, sorelle, figli, nipoti… Tanti ancora oggi senza notizie sui loro cari».

Il servizio completo dedicato alla ritirata di Russia è disponibile su La Voce dei Berici del 29 gennaio 2023 che è possibile leggere anche nell’edizione digitale cliccando qui.