“Con il cuore ancora colmo di emozioni forti e contrastanti, desidero aggiornarvi su quanto accaduto negli ultimi giorni”.
Comincia così la lettera inviata dal missionario vicentino Marco Rigoldi, 29enne di Novoledo (Comune di Villaverla), in cui racconta quanto ha vissuto assieme alla moglie da quanto le milizie dell’M23 hanno sferrato il loro attacco alla città di Goma, un milione di abitanti, capitale dello Stato del Kivu, in Repubblica Democratica del Congo.
Il racconto di Marco Rigoldi
Come molti di voi già sanno, la mia missione si trova a Goma, in Congo, dove opero come missionario laico Fidei Donum insieme a mia moglie Arielle Angelique, che è alla 35esima settimana di gravidanza.
Purtroppo, la situazione nella città è degenerata rapidamente a causa dei continui attacchi dei ribelli, trasformando Goma in un teatro di guerriglia, coinvolgendo anche moltissimi civili. Di fronte a questa emergenza, siamo stati costretti a cercare rifugio a Gisenyi, una città limitrofa già in territorio ruandese. Tuttavia, anche questa città, che inizialmente ci era sembrata sicura, è stata attaccata ieri, 27 gennaio, attraverso spari, colpi di mortaio e svariate tipologie di bombe provenienti dal Congo.
Il caos e la violenza ci hanno travolti: esplosioni, proiettili e terrore hanno trasformato quel rifugio in un inferno.
Nonostante tutto, la speranza non ci ha mai abbandonato. Le nostre preghiere, unite a quelle di tutti coloro che ci vogliono bene, ci hanno dato forza. Dopo essere rimasti per 6 ore seduti a terra, con un materasso sopra la testa, nel corridoio della casa di una donna straordinaria che ci ha ospitati a Gisenyi ed aver rischiato la morte numerose volte (a causa delle decine di bombe che cadevano a pochi metri da noi), sotto le continue esplosioni e le pallottole abbiamo trovato il coraggio di prendere le valigie e fuggire in macchina a tutta velocità. Con l’aiuto di questa persona, io, e mia moglie Arielle Angelique ed il nostro bambino in arrivo, siamo riusciti a raggiungere Kigali, la capitale del Ruanda, questa notte passata.
Oggi, quindi, ci troviamo a Kigali, ancora scossi per quanto vissuto e con il pensiero rivolto a tutte le persone rimaste a Goma, nella speranza di poterle riabbracciare presto. Purtroppo, molti non hanno avuto la nostra fortuna, e il nostro cuore è con loro, con chi ha perso tutto e con chi vive ancora nel terrore.
Al momento, non abbiamo ancora certezze sul nostro domani. A causa delle condizioni di Arielle Angelique, un viaggio in Italia sarebbe troppo rischioso, per cui prevediamo di rimanere a Kigali, almeno per ora.
Voglio però dedicare un momento a ringraziare di cuore tutti coloro che si sono mossi per noi in questi giorni difficili: I collaboratori di CASA GOMA, l’associazione che ho fondato in Congo, che non smettono di essere presenti nel nostro centro per mantenerlo quanto meno in sicurezza, dandoci informazioni sulla situazione costantemente.
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’Unità di Crisi che, istituzionalmente, si sono attivati per offrirci supporto. L’Ambasciatore Sabato Franco Sorrentino e l’ambasciata d’Italia a Kinshasa che ci hanno fatto sentire supportati concretamente anche sul territorio mentre le bombe cadevano attorno a noi. L’Ambasciata d’Italia in Uganda (con competenza anche in Ruanda) che si è resta disponibile a supportarci in caso di bisogno.
Il Vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto, il direttore dell’ufficio missionario diocesano Agostino Rigon e tutta la Diocesi di Vicenza che hanno seguito ogni nostro movimento e continuano ad aiutarci anche qui a Kigali. La Diocesi di Kigali che, attraverso il collegamento con la diocesi di Vicenza, ci sta offrendo aiuto e supporto. La Nunziatura Apostolica del Ruanda, che si sta preoccupando per noi con grande attenzione e sensibilità dandoci supporto. A tutti voi che ci avete scritto, che avete pregato per noi, che ci avete sostenuto in ogni modo: grazie di cuore.
La vostra vicinanza ci ha dato forza e conforto in momenti in cui sembrava che tutto stesse crollando, che la vita stesse finendo. Continuiamo a pregare e a sperare per chi è rimasto a Goma, per il futuro della nostra missione, del nostro centro per i bambini e bambine di strada e della nostra associazione CASA GOMA. Non smetteremo mai di credere nella possibilità di un domani migliore e, questo momento passato, resta e resterà la prova che il Signore è presente in mezzo a noi e ci sostiene in mille maniere.
L’arrivo in Rwanda
Si è rifugiato in Rwanda assieme alla moglie il missionario vicentino Marco Rigoldi, mentre nella capitale del Kivu, stato orientale della Repubblica Democratica del Congo continuano gli scontri: miliziani dell’M23 stanno cercando di strappare il controllo della città all’esercito congolese supportato dall’Onu.
«La situazione è molto critica, qui in Rwanda siamo molto vicini al confine ed è pericoloso uscire di casa per i proiettili vaganti – racconta il missionario Marco Rigoldi -. Milioni di persone si trovano ancora a Goma, donne bambini che non hanno potuto scappare. Pregate per loro».
Cosa è accaduto nei giorni scorsi
Sono giorni di combattimenti nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, tra le forze armate congolesi (FARDC) e i ribelli dell’M23 appoggiati dai militari ruandesi, dall’altra. I governativi sono appoggiati da soldati burundesi, da quelli della Southern African Development Community (SADC) Mission in the Democratic Republic of Congo (SAMIDRC), dai Caschi Blu della MONUSCO e dai miliziani Wazilendo, riferisce l’Agenzia Fides.
I ribelli sono avanzati conquistando le cittadini di Mumbambiro et Sake, avvicinandosi al capoluogo Goma (che dista una trentina di km da Sake).
A Goma si trova da qualche anno il missionario laico vicentino, Marco Rigoldi, 29 anni, originario di Novoledo. Nel 2020 Marco ha fondato l’associazione C.A.S.A. Goma (Centre d’Accueil Saint Augustin) che gestisce un centro diurno per bambini e adolescenti vulnerabili, dagli 8 ai 16 anni.
Tramite WhatsApp Marco racconta che “abbiamo preparato le valigie e chiuso temporaneamente il centro per non mettere in pericolo la vita dei bambini. Le strade sono abbastanza vuote anche se ci sono persone che svolgono la loro attività regolarmente. Per quanto possa fare paura, l’arrivo dei ribelli in città potrebbe essere il male minore rispetto alla situazione che stiamo vivendo. In linea teorica non dovrebbero fare del male ai civili. Però molte bombe che lanciano cadono anche sulla popolazione e sulla città. Inoltre, molti banditi possono approfittare di questo momento per rubare nelle case e compiere atti di violenza”.
A Goma si trova anche la moglie di Marco, Arielle, insegnante al centro diurno.
“Pregate per Goma, pregate per i congolesi, pregate per tutti noi” è l’appello di Marco Rigoldi.
A.fri.
@ RIPRODUZIONE RISERVATA
Prego intensamente per i Congolesi e per tutti voi
AMMIRO LA FORZA E IL CORAGGIO.
DOVREMMO TUTTI UNITI ALZARE LA VOCE E OPERARE IN MODO CHE I GOVERNANTI COMPRENDANO CHE COME DICE PAPA FRANCESCO “LA GUERRA É SEMPRE UNA SCONFITTA ”
ASSICURA LA MIA PREGHIERA, GRAZIE.