Vuoi passare alla storia nel nostro Paese? Lancia una nuova legge elettorale e vedi, se ti riesce, di farla approvare dalle due Camere del Parlamento. È quello che è accaduto all’esponente del Pd Domenico Rosato, dalla cui proposta ha preso il nome il nuovo provvedimento (Rosatellum appunto) che stabilisce come voteremo alle prossime elezioni politiche di primavera.
Che ci volesse una nuova legge era nelle cose, visto che la Consulta aveva bocciato l’Italicum e serviva dunque una nuova legge. Cambia dunque per l’ennesima volta il sistema di voto. Cosa che in altri Paesi non accade così di frequente. Negli Stati Uniti, per esempio, le elezioni sono regolamentate dalla Costituzione approvata nel lontano 1787, legge fondamentale che ha subito, a tale riguardo, solo tre modifiche con gli emendamenti del 1804, del 1951, del 1961. Ben diversa dunque la situazione nel nostro Paese che anche su questo terreno mostra la sua creatività.
In realtà fino al 1994 anche il sistema italiano era rimasto sostanzialmente lo stesso. All’inizio degli anni ’90, come risultato dei referendum Segni (dal nome di Mario Segni loro promotore) in Italia si passa dal sistema proporzionale a quello prevalentemente maggioritario (con la legge denominata Mattarellum, dall’allora deputato Sergio Mattarella che la propose). E cambia sostanzialmente il quadro politico. Con questa nuova legge elettorale nasce quella che da più parti è stata definita la Seconda Repubblica, con la fine dei partiti storici (Dc, Pci, Psi ecc.) e la nascita di nuove formazioni a partire dal movimento di Forza Italia di Berlusconi e l’Ulivo di Prodi.
Oggi (nel frattempo c’è stata anche un’altra legge denominata Porcellum tanto era brutta) si torna a una legge prevalentemente proporzionale (un terzo dei seggi sarà assegnato su base maggioritaria e i due terzi su base proporzionale). Se la storia insegna qualcosa, dobbiamo prepararci a un nuovo cambio importante di scenario politico, anche se qualcuno dei protagonisti (Silvio Berlusconi) è lo stesso del ‘94.
Il proporzionale spinge le singole formazioni a pesarsi e non a caso stanno nascendo nuove compagini politiche che (magari anche solo con lo zero virgola di voti) puntano a condizionare gli scenari futuri. L’altra tendenza è, infatti, a spostare a dopo il voto gli accordi (con il Maggioritario si ha, invece, l’effetto contrario). Quanto sta accadendo in queste settimane nei diversi schieramenti conferma questa tendenza. Il risultato complessivo diciamo non rassicura e la previsione che il nostro Paese si sta dirigendo verso un quadro instabile pone grossi interrogativi sulla nuova stagione politica che si aprirà da qui a qualche mese.