Si è spento all’età di 93 anni monsignor Giuseppe Dal Ferro, canonico della Cattedrale, per moltissimi anni delegato della Diocesi per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, membro dell’Accademia Olimpica, docente alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, fondatore dell’Istituto di Scienze sociali Rezzara e dell’Università adulti anziani.
Un compito impegnativo ricordare don Giuseppe senza indulgere nella retorica, ma con l’entusiasmo di ritrovarlo lungo la strada dell’amicizia e dell’impegno comune. L’Istituto Rezzara nasce nel contesto degli anni sessanta quando viene meno l’accettazione passiva da parte dei giovani delle istituzioni, comprese quelle educative, incapaci di rinnovarsi di fronte a un benessere che iniziava a manifestare segni di crisi. La società sostanzialmente si presentava alle nuove generazioni come una macchina ingessata, ritenuta necessaria per raggiungere piena occupazione, benessere, servizi sociali per tutti. Già nel 1963 il miracolo economico cominciò ad entrare in crisi e si profilavano stagnazione, incertezze sulle tradizionali alleanze politiche, disattenzioni all’associazionismo.
In quegli anni io, giovane studente alla fine del percorso della scuola media inferiore, ebbi la fortuna di incontrare e conoscere don Giuseppe. Questo prete la cui statura fisica sovrastava sui presenti, è da subito balzato agli occhi per la profondità delle sue proposte di impegno, di formazione, di partecipazione, forzando sulla necessità di accelerare quel cambiamento che sembrava sempre invece più lento delle urgenze che si presentavano.
Persona autorevole, studioso raffinato, Maestro esigente e generoso. “La cultura del cambiamento è centrale, perché fonte di rigenerazione continua della vita, della società e delle persone”, ci diceva don Giuseppe. E da qui presero vita il Consultorio familiare, i corsi di preparazione alla famiglia, la Scuola di giornalismo, la Scuola di scienze religiose, l’Università adulti/anziani, detta Università della terza età. C’era poi la necessità di avviare una riflessione sui problemi nazionali e internazionali. Presero forma i tanti convegni annuali tenutesi in Recoaro Terme, con la presenza di personalità del mondo politico e religioso a dare lettura della famosa enciclica di Paolo VI “Populorum progressio” in un dialogo costante fra le culture, puntando a rinforzare il dialogo ecumenico interreligioso.
Monsignore Giuseppe Dal Ferro, insostituibile punto di riferimento, sentiva profondissimo il valore e la responsabilità dell’amicizia, aveva una sensibilità vibratile anche se molto composta nelle sue manifestazioni esteriori, gli erano aliene ipocrisie, invidie o malevolenze. Sono sicuro che avesse delle nicchie interiori in cui nascondere il dolore, la delusione, l’amarezza per il torto subito. Ascoltava, capiva, consigliava. Amava le cose belle: la musica, l’arte, il teatro, la montagna. Grazie, carissimo Monsignor Giuseppe, prete fedele, Maestro di vita. Ci hai aiutato a mantenere viva la speranza, anzi la certezza che il futuro può essere umano e che l’uomo, nel tempo, può crescere sempre in umanità.
Vincenzo Riboni, Presidente Istituto Rezzara
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