Il suo obiettivo è poter dirigere un match decisivo ai mondiali di Qatar 2022, dove sarà di fatto l’italiano più ‘importante’. L’arbitro Daniele Orsato rappresenterà il nostro Paese (che ne ha potuto designare uno solo), anche se con lui ci saranno gli assistenti Carbone e Giallatini, mentre altri due nostri fischietti, Irrati e Valeri, opereranno al Var. L’assenza dell’Italia potrebbe agevolare i sogni al direttore di gara vicentino, nato a Montecchio Maggiore ma cresciuto e sempre residente in contrada Parlati a Recoaro Terme, dove vive con la moglie Laura e i figli Gabriel e William, verso un incarico prestigioso, sino addirittura al sogno di poter dirigere la finale decisiva per l’assegnazione del titolo. Senza la nazionale azzurra in campo tutto ciò può essere realizzabile: per lui, che a fine stagione chiuderà l’attività , sarebbe il giusto riconoscimento ad una carriera straordinaria.
Con i suoi quasi 47 anni – è nato il 23 novembre 1975, quindi festeggerà il compleanno a mondiali appena iniziati – è il decano degli arbitri presenti alla rassegna iridata e l’intero ambiente del calcio internazionale gli riconosce la sua bravura. Nel 2020 è stato eletto dall’IFFHS (The International Federation of Football History and Statistics) miglior arbitro al mondo. Anche in Italia continua ad essere il leader in assoluto, domenica scorsa ha diretto il derby di Roma, una delle partite più delicate dal punto di vista ambientale della stagione. Per lui, appartenente alla sezione Aia ‘Aldo Frezza’ di Schio, si tratta del secondo campionato del mondo da protagonista, visto chenell’edizione di Russia 2018 venne designato al Var, dopo la scelta per motivi di anzianità di Gianluca Rocchi come direttore di gara. Il finale di carriera di Orsato, che vanta alle spalle la direzione di 265 partite, è stata un crescendo prodigioso, oltre a quanto già raccontato: nel maggio 2020 ha diretto la finale di Champions League tra Paris Saint Germain e Bayern Monaco, nel 2021 è stato l’arbitro italiano agli Europei (poi vinti dall’Italia, quindi impossibilitato a dirigere le sfide decisive) e adesso i Mondiali in Qatar.
Il suo obiettivo era diventare elettricista, per questo motivo ha frequentato, dopo le scuole medie, il Centro Formazione Professionale di Trissino, tre anni di superiori e poi in cerca di un impiego. Ma nel frattempo aveva iniziato ad avvicinarsi al mondo del calcio nell’oratorio del suo paese, iniziando poi la carriera arbitrale a 17 anni all’Aia di Schio, da cui non si è mai staccato. A soli 27 anni è entrato a far parte della Can di serie C, mentre a 31 anni, è arrivata la promozione nella massima categoria, con l’esordio in A il 17 dicembre 2006 in Siena-Atalanta (1-1). E così dalla tuta blu del primo giorno di lavoro alla maglietta colorata da arbitro (sino agli Anni Ottanta gli arbitri erano chiamati ‘giacchette nere’, altri tempi), il passaggio è stato naturale: da quasi 20 anni è un professionista del mondo del calcio, diventando internazionale nel 2009. È alla sua ultima stagione e per questo sogna la ciliegina sulla torta.
Infine una curiosità : per la prima volta nella storia dei mondiali designate tre donne arbitro, che sono Stephanie Frappart (Francia), Salima Mukansanga (Ruanda) e Yoshimi Yamashita (Giappone). A loro toccherà dirigere un match della prima fase, sarà comunque una bella immagine.