Con “Esterno notte”, trasmesso su Rai 1 il 14, 15 e 17 novembre 2022, il regista ottantaduenne Marco Bellocchio realizza una sorta di seguito ideale del suo ‘Buongiorno, notte’ (2003), e torna dopo quasi vent’anni ad occuparsi del caso Moro. Questa volta però sceglie di estendere la narrazione ed i punti di vista sulla vicenda mettendo in scena una miniserie televisiva formata da 6 puntate. Complice anche la presentazione del mese scorso al festival di Cannes, la serie è stata accorpata in un film di oltre cinque ore di durata e diviso in due parti uscite nelle sale a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.
Le puntate che formano la serie di Bellocchio ripercorrono prima le giornate immediatamente precedenti al sequestro di Aldo Moro e poi scavano a fondo su tutto quello che è avvenuto durante i 55 giorni di prigionia dello statista democristiano, facendo vedere l’evolversi (ed il precipitare) degli eventi da più prospettive: quella dello stesso Moro, dei suoi compagni di partito, di Papa Paolo VI e del Vaticano, dei brigatisti e dei suoi familiari. Al contrario di quanto potrebbero suggerire le sequenze iniziali, lo scopo del regista non è tanto svelare retroscena o macchinazioni di un fatto che ha finito per cambiare in maniera indelebile il paese ed il suo assetto politico, ma piuttosto provare a gettare una nuova luce – senza nessuna pretesa di totale attinenza alla verità – su tutte le persone coinvolte, utilizzando un approccio volto più a mostrare le complessità umane ed i drammi interiori che a puntare il dito o a distinguere tra innocenti e colpevoli.
Se dunque ‘Buongiorno, notte’ mirava a fornire un senso claustrofobico focalizzandosi quasi esclusivamente sul prigioniero ed i suoi rapitori, qui lo sguardo va oltre e si rivolge, come suggerisce il titolo stesso, all’esterno: un esterno dentro il quale si muovono diversi attori che rappresentano fedelmente le tensioni e le fratture che attraversavano la politica e la società italiana sul finire degli anni ’70. Si comincia con un Aldo Moro preoccupato per la situazione del paese ma fermamente determinato nel portare avanti il suo ambizioso progetto politico, si prosegue con i dilemmi morali delle massime autorità politiche che reagiscono ognuna in maniera diversa in seguito al rapimento, per poi soffermarsi su un addolorato Paolo VI costantemente combattuto tra la misericordia nei confronti dell’amico sequestrato dai terroristi e la necessità di dimostrare fermezza. In seguito, nella seconda parte, l’occhio del regista si avvicina sempre di più al cuore del dramma, cercando di indagare prima i differenti sentimenti e le divergenze all’interno del gruppo dei rapitori, e dopo la disperata lotta di Eleonora Moro per tenere unita la famiglia e cercare con tutte le sue forze di ottenere la liberazione del marito.
I 6 episodi interconnessi concorrono a formare un quadro corale nel quale non mancano momenti onirici e di pura fantasia, ma che dà forma ad una riflessione emozionante e ricca di spunti su uno dei fatti più sconvolgenti della storia repubblicana. Un contributo fondamentale alla riuscita di Esterno notte viene dato dal cast: Fabrizio Gifuni interpreta Aldo Moro in maniera impeccabile arrivando ad una rassomiglianza fisica, gestuale e verbale a tratti impressionante, e Margherita Buy e Toni Servillo non sono da meno nel dare volto, rispettivamente, alla moglie del leader Dc ed al Papa.
Pur trattandosi di un prodotto pensato principalmente per il mezzo televisivo, si capisce fin dai primi minuti che si tratta di un’opera dal profondo respiro cinematografico.