Il 24 febbraio abbiamo fatto memoria dei tre anni di guerra qui in Ucraina, iniziata nel 2022 con l’offensiva militare, denominata “operazione speciale”, da parte delle forze militari russe. Tre anni di distruzione, morti, povertà e nella popolazione causa di un forte stress psicologico che sta spegnendo la speranza verso un futuro di pace e di una possibile ricostruzione.
Noi, Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, siamo presenti qui in Ucraina da 22 anni, nella città di Javoriv che conta oggi circa 13.000 abitanti. Il nostro distretto si trova a 45 km a nord-ovest della città di Leopoli, vicino al confine con la Polonia. Il 25% del territorio in cui viviamo è occupato da un poligono di tiro militare che costituisce un obiettivo sensibile e rende la zona insicura anche se lontana dal fronte.
Dallo scoppio della guerra la nostra casa ha aperto le porte, e noi suore i nostri cuori e le nostre mani per accogliere e metterci a servizio dei tanti profughi provenienti dalle zone degli attacchi. Sollecitate anche dall’arcivescovo di Leopoli, mons. Mokrzycki, abbiamo scelto di stare con il popolo per essere un punto di riferimento e cercare di tenere viva la speranza. Per questo la popolazione ci è molto riconoscente.
Attualmente siamo in tre e ci dedichiamo alla pastora le parrocchiale, all’accoglienza dei ragazzi del doposcuola, ad attività per gli anziani, per i giovani dell’oratorio. Visitiamo le famiglie, gli anziani soli e malati, offriamo un servizio infermieristico. Distribuiamo viveri alle famiglie bisognose. Con la Croce Rossa internazionale visitiamo i soldati ricoverati nell’ospedale di Javoriv. La guerra che si combatte è lontana dalla nostra zona, ma la popolazione vive tutti i tragici effetti della guerra: al fronte ci sono figli, nipoti, fratelli, mariti. Gli uomini, i giovani sono reclutati e addestrati per combattere e difendere la libertà e l’indipendenza del popolo ucraino dalla Russia. Questo causa povertà, perché è molto ridotta la forza lavoro.
Dietro ad un’apparente serenità per la vita che deve continuare, c’è molta preoccupazione per i propri cari che si trovano nelle fredde zone di combattimento e tante famiglie piangono i loro morti o si ritrovano ad accudire i “fortunati” che tornano a casa invalidi di guerra. I bambini ridono e giocano, ma si vede che la paura abita i loro cuori soprattutto per i continui allarmi. Anche gli adulti cercano una normalità. Insieme cerchiamo di gestire lo stress, la paura, lo sconforto. Ogni qualvolta arriva l’allarme per telefono, oltre al forte suono della sirena, si deve correre ai ripari; quando non c’è abbastanza tempo per raggiungere il rifugio, ci si mette nel corridoio, tra due muri solidi, lontano dalle finestre.
Il coraggio e la fede del popolo ucraino sono invidiabili, è un popolo che non si abbatte nel dolore, lotta e cerca di mostrare la serenità che ha un nome: “speranza”. Ci affidiamo a Maria che invochiamo col titolo di “Regina della pace” in unione alle altre comunità parrocchiali di rito greco cattolico. La nostra attività è sostenuta da bene fattori italiani e polacchi, ma anche dalla provvidenza della gente del posto che aiuta noi suore con quello che può e come può. Il boom degli aiuti umanitari pervenuti all’inizio della guerra è passato, ma non è diminuito il bisogno. Siamo riconoscenti all’associazione Energia & Sorrisi di Altavilla Vicentina e Agesci di Bastia Umbra con don Emanuele Cuccarollo che hanno aperto da poco un nuovo canale di solidarietà; il nostro grazie è per tutti coloro che in diversi modi esprimono la solidarietà e partecipano al dramma dei fratelli e sorelle ucraini.
Da Javoriv SR Iva, SR Gloria, SR Roselly
© RIPRODUZIONE RISERVATA