Vicenza è la provincia veneta con il maggior nu mero di migranti provenienti dal Ghana, sono ad oggi circa 3.600. Una presenza positiva di persone che nella vita quotidiana e in tante occasioni hanno mostrato il volto di un popolo gioioso, dedito al lavoro e alla famiglia. Il 70 % di loro sono cristiani, molti evangelici e pentecostali, un 15 % di fede cattolica. Non stupisce pertanto che siano ben cinque i centri pastorali loro dedicati: a Bassano, Schio, Vicenza, Valdagno e Arzignano. Due i cappellani ghanesi che si occupano della cura pastorale dei loro connazionali migranti: don Eric Atta Gyasi e don Emmanuel Korsah.
Domenica 2 marzo circa duecento migranti cattolici ghanesi si sono ritrovati a Tezze di Arzignano per celebrare, con qualche giorno di anticipo, la festa dell’Indipendenza del loro Paese. Era infatti il 6 marzo del 1957 quando il Ghana otteneva, primo tra i paesi di quella zona dell’Africa, la propria autonomia dal Regno Unito: nacque così dall’unione di Costa d’Oro e Togoland Britannico la Repubblica del Ghana con capita Accra e primo presidente il rivoluzionario Kwame Nkrumah, figura di spicco nella storia della decolonizzazione e del movimento panafricano. Tra i suoi eredi spirituali il leader politico ghanese Kofi Annan, settimo segretario generale delle Nazioni Unite.
La mattinata ad Arzignano è iniziata con la Messa presieduta dal vescovo Giuliano. E proprio di lotta al colonialismo, realtà che continua oggi a livello economico e culturale, ha parlato mons. Brugnotto nell’omelia, ispirandosi al Vangelo della domenica: “Perchè anche oggi tante guerre, violenze e forme di sfruttamento e prevaricazione di un popolo contro un altro popolo? – si è chiesto il Vescovo – Questo dipende dal modo in cui si guarda agli altri, vedendo non una persona, un fratello, ma una realtà da sfruttare e da usare. Per questo Gesù ci dice: stai attento a come guardi gli altri!”.
A conclusione della celebrazione il Vescovo ha ringraziato la comunità ghanese: “Ci portate vita, per questo vi siamo riconoscenti e vogliamo camminare insieme”. La celebrazione si è svolta in un clima di grande gioia, espressa anche dai costumi e dai canti tradizionali del Ghana. Moltissimi i giovani presenti che hanno prestato servizio sia durante la Messa che poi al momento conviviale.
Per Karina, 18 anni, «celebrare l’Indi pendenza del Ghana, significa ricordare le nostre origini, ma anche unire la nostra comunità ». Per Benedikt «è un’occasione per approfondire la nostra identità culturale e sentire che siamo cittadini liberi». E se mol ti dei più giovani sono oramai nati in Italia, per i più anziani questa celebrazione apre ricordi anche sofferti: «Oggi ringraziamo Dio per aver ricevuto dopo tanti secoli di limitazioni del le nostre libertà , la possibilità di autodeterminarci, come singoli e come popolo», dice commosso Joseph.
Alla celebrazione ha preso parte anche il sindaco di Arzignano Alessia Bevilacqua che ha auspicato “una maggiore collaborazione con le associazioni di migranti per il bene di tutto il territorio”. E per padre Sergio Durigon, delegato vescovile Migrantes, «la giornata di domenica ha assunto in modo un po’ inaspettato il significato di una vera e propria visita pastorale del Vescovo alla comunità cattolica ghanese, un giorno che davvero ci arricchito tutti».
Alessio Graziani
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