Qualche giorno fa ho regalato una copia della Voce dei Berici a Maria e Andrea, due ragazzi di 16 anni che fanno volontariato a Radio Oreb. Mentre lo sfogliavano, Maria si è rivolta ad Andrea dicendo: ‘Sembriamo i nonni al bar’. Il commento mi ha fao sorridere, ma mi ha anche confermato ciò che ormai da tempo indagini e sondaggi continuano a evidenziare. Se a me, alla loro età, sfogliare un giornale faceva sentire grande, oggi per i giovani il giornale è una cosa da vecchi. E il problema non è solo legato al supporto carteceo, perchè le edizioni digitali e i contenuti a pagamento nei siti dei giornali non hanno neppur minimamente compensato la disaffezione dei leori alla carta stampata. La gente si accontenta di ciò che trova sui social e non ritiene di dover contribuire economicamente per sostenere i giornalisti nel loro lavoro di verifica, approfondimento e leura di quanto accade nel mondo.
Oltre a decretare potenzialmente la chiusura di tanti giornali, questo cambio di abitudini nella popolazione fa suonare un campanello di allarme per la tenuta delle democrazie occidentali che si fondano anche su un sistema informativo libero e capace di critica verso chi detiene il potere politico ed economico. Non possiamo nasconderci che il futuro, anche della nostra Voce, preoccupa, pur pensando che un seimanale possa avere qualche chance in più rispeo ad un quotidiano. Ci confortano inoltre alcuni seppur timidi segnali di ripresa negli abbonamenti dopo il rinnovo della grafica e il cambio della linea editoriale, oggi più mirata a fare del nostro giornale la Voce di tui, ma soprauo di coloro che si riconoscono e si impegnano nella comunità ecclesiale.
Inizia il Giubileo della Speranza. Possa essere un anno di buone speranze anche per il nostro seimanale che nel 2025 compirà 80 anni e che ancora vuole essere strumento di informazione e di comunione.
Buon Anno Santo!
Alessio Graziani, donalessio@lavocedeiberici.it
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