Il 21 marzo presso l’Opera della Provvidenza di sant’Antonio (OPSA) a Sarmeola di Rubano (PD) i vescovi delle diocesi di Adria – Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza, hanno presentato ai loro consigli presbiterali le linee di fondo del progetto del nuovo seminario che servirà unitariamente le quattro chiese.
IL PROGETTO
A partire dal prossimo mese di settembre i seminaristi delle quattro diocesi vivranno insieme nella casa “Madre Teresa”, all’in terno del grande complesso dell’OPSA, continuando a frequentare – come già accade – i corsi della Facoltà Teologica del Triveneto nella sede centrale di Padova. Il progetto – ha spiegato il vescovo di Chioggia mons. Giampaolo Dianin – è nato un paio di anni fa nelle riunioni tra vescovi con l’intento di mantenere una formazione di qualità ai seminaristi an che se il numero è sempre più esiguo. “Volevamo iniziare un esperienza nuova, diversa dal semplice accorpamento dei seminari in un’unica struttura» ha detto mons. Dianin. «Per questo abbiamo scelto una sede inedita rispetto alle attuali, che potesse – per quanto possibile – superare la forma di vita del collegio e mettere al centro del percorso i giovani in formazione».
LA CASA
Casa Madre Teresa è un corpo di fabbrica autonomo rispetto al grande complesso dell’OPSA. In passato ospitava le monache di clausura che abitavano nell’Opera. L’Opera ha destinato la casa ad “hospice”; in attesa di completare l’iter di accredita mento con la Regione Veneto la direzione ha rappresenta to al vescovo di Padova la disponibilità dei locali. Più precisamente, al nuovo seminario sarà dedicato l’ultimo piano della casa. Lì si trovano 24 stanze che possono essere destinate ai seminaristi. I seminaristi delle quattro diocesi insieme arrivano oggi a 19. La gestione economica della nuova realtà sarà affidata a una Associazione costituita dagli enti dei quattro seminari che avrà il compito di amministrare le spese di gestione. Strada facendo, alla luce della sperimentazione, verrà individuata una diversa sede. Il progetto, del resto, rimane aperto alla collabora zione con altre diocesi.
IL PERCORSO FORMATIVO
I quattro rettori interessati hanno elaborato il progetto educativo del nuovo seminario, che è stato presentato da don Aldo Martin, attualmente rettore a Vicenza e da settembre prossimo rettore della nuova struttura unitaria. Il percorso di formazione al presbiterato si articolerà in quattro tappe: propedeutica (uno o due anni), discepolare (un paio di anni), configuratrice (due anni) e di sintesi (un anno prima e dopo l’ordinazione diaconale). La prima e l’ultima si vivranno per intero nella propria diocesi. Le comunità vocazionali attualmente aperte continueranno quindi a funzionare. Ciascun seminarista svolgerà nella pro pria diocesi anche le esperienze di servizio e tirocinio in parrocchia previste dal cammino formativo, in particolare il servizio diaconale. Non viene meno quindi il legame con la diocesi di origine anche negli anni della formazione interdiocesana. «Il nostro desiderio è di rendere indipendente il percorso formativo dal piano di studi» ha detto don Martin, «coinvolgendo ciascun seminarista nella progettazione del proprio percorso, in modo che sia protagonista della propria crescita».
L’equipe formativa per il 2025-26 sarà composta da don Aldo Martin e don Maurizio Rigato, della diocesi di Padova e dal padre spirituale don Giovanni Molon, di Padova, che continuerà a risiedere in parrocchia. Gli interventi dei convenuti hanno espresso apprezzamento per la proposta, sottolineando sia l’importanza di un cammino condiviso tra diocesi vicine come pure la presenza del nuovo seminario all’interno di un’Opera che si prende cura, con spirito evangelico e grande professionalità, delle persone fragili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA