I bambini di Quito, in Ecuador, e di Alépé, in Costa d’Avorio, hanno una nonna da Vivaro che li guarda dal Cielo. Elisa Dal Cengio, classe 1926, è mancata nel 2009, ma il figlio Alvaro Zazzaron con la moglie Rita Lora hanno continuato a sostenere le adozioni a distanza avviate da Elisa, tramite il gruppo missionario della parrocchia. «Abbiamo pensato che fosse una bella cosa portare avanti l’impegno preso da mia suocera – racconta Rita Lora -. L’adozione a distanza è certamente un bel modo di aiutare gli altri. È trasparente, sicuro e ti permette di mantenere i contatti con le persone».
A fare da “capofila” in Diocesi per le adozioni a distanza è l’Ufficio Missionario diocesano tramite la onlus “Un ponte sul mondo”, nata nel 2004. Lo scorso anno, nel suo ventesimo anniversario dalla fondazione, la onlus ha permesso di sostenere il percorso scolastico, educativo e in alcuni casi il sostegno alimentare di ottocento bambini in tre continenti: Asia, Africa e America latina.
L’Ufficio missionario mantiene i conta i con i missionari in loco che seguono i progetti dedicati a bambini e ragazzi e che tengono aggiornati i “benefattori” periodicamente, almeno un paio di volte l’anno, con una lettera di ringraziamento per ciascun bambino o bambina, accompagnata da una fotografi a e dal resoconto sui loro progressi scolastici. Quando un bambino termina il proprio ciclo di istruzione, l’adozione può continuare prendendo in carico un nuovo bambino.
Il contributo annuale per sostenere un’adozione varia a seconda del progetto, da un minimo di 240 euro ad un massimo di 360 euro. Le offerte, deducibili fiscalmente, in questi anni sono sostenute non solo da persone fisiche, ma anche da gruppi missionari, parrocchie o scuole.
«Ho iniziato ad occuparmi di adozioni a distanza nel 1996, sostenendo una bambina in Burundi tramite i missionari saveriani. Nel 2004 abbiamo sostenuto la prima adozione come gruppo missionario e successivamente ci siamo appoggiati alla onlus “Un ponte sul mondo”. In vent’anni abbiamo finanziato 34 adozioni, di cui 26 ancora oggi attive». A dirlo è Anna Maria Coltro, di Vivaro, referente del gruppo missionario dell’Unità pastorale di Dueville, che aggiunge: «Attualmente abbiamo in essere 13 adozioni come gruppo e 13 sostenute da singole famiglie, in Ecuador e in Costa d’Avorio. Ogni volta che parte un’adozione cerco di dire: impegnatevi per almeno tre anni. Il bello è che con questa modalità sai chi stai aiutando: hai la possibilità di vedere un viso e conoscere un nome».
Da una trentina d’anni anche il gruppo missionario di Santa Bertilla, a Vicenza, è attivo con le adozioni a distanza: «Il contatto con i bambini è sempre avvenuto e avviene ancora oggi, attraverso notizie dai missionari coinvolti in sede e con “letterine” scritte dai bambini stessi a Natale e Pasqua – raccontano le responsabili, Maria Pia Bare a e Lorena Fontana -. Nel corso degli anni una persona si è anche recata in Thailandia per conoscere un bambino adtt ato. La nostra esperienza di adozione ci porta a riflettere su quanto noi siamo fortunati nel poter dare e non dover chiedere».
Per chi fosse interessato, le informazioni sui progetti e sulle procedure per l’adozione a distanza sono disponibili sul sito dell’Ufficio missionario diocesano www.missiovicenza.diocesivicenza.it
Andrea Frison
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