Università ‘a’ Vicenza, non ‘di ‘Vicenza. Questione di preposizioni. «Manca l’essenza», riassume Caterina, 23 anni, che incontriamo nell’aula studio alla fine di Viale Margherita, prima della curva a destra per Santa Caterina. Vicentina, studia Scienze motorie a Verona e guarda l’Università della sua città da esterna. Ha un termine di confronto e dice che non c’è paragone. Rispetto a Verona, come a Padova, «c’è un abisso», «là si respira l’aria universitaria, qui no», dice. In effetti a Vicenza c’è l’università , ma Vicenza non ha un’università . Il capoluogo ospita tre atenei: Padova, Verona e Venezia dislocati in tre complessi: in viale Margherita 87, in stradella San Nicola 3 e in zona Barche, in contrà della Piarda 9.
La gestione è della Fondazione Studi Universitari di Vicenza che ha compiti di supporto organizzativo e raccordo con il territorio. Quattro gli ambiti di formazione: ingegneria, economia, sicurezza alimentare e design. L’università di Verona offre anche la laurea in infermieristica nel polo Universitario di Monte Berico, in viale Cialdini 2.
«Mancano aule studio ». Lo ripetono i giovani universitari che incontriamo un giovedì pomeriggio in zona Viale Margherita. Lo dicono tutti: maschi, femmine, matricole o navigati. «Questa alla fine di Viale Margherita è l’unica aula studio effettiva – racconta Marco 23 anni, vicentino, studente di ingegneria meccatronica, mentre ripassa e sistema gli appunti -. Il complesso universitario di ingegneria (in viale Margherita ndr) ha degli spazi riservati allo studio nel grande corridoio, sotto le scale. Non è facile trovare posto e poi c’è sempre rumore. A San Nicola c’era un’aula studio, ma l’hanno adibita ad altro».« Tutti i complessi universitari a Vicenza chiudono alle 19 – interviene il collega di Meccatronica Elia, 23 anni, della provincia di Venezia, dal banco poco distante -. A Vicenza mi trovo bene, ma sarebbe bello avere un posto in cui poter studiare sempre anche la sera tardi. Quest’aula chiude alle 23.30 solo durante le sessioni d’esa-mi. Negli altri periodi dell’anno alle 19. Perché? Quest’aula è davvero piccola e servirebbe una maggiore attenzione al riscaldamento, a volte è fredda».
Ci spostiamo di qualche centinaio di metri e troviamo Luigi, 25 anni, studente di ingegneria gestionale, di Trieste. «Mi sono traferito quest’anno. Sinceramente mi aspettavo di più dal punto di vista universitario: organizzazione, servizi, eventi. A Vicenza manca un polo, un posto dove gli studenti possano ritrovarsi. Io vivo nel quartiere di San Pio X, altri amici sono sparsi in giro. Ci conosciamo tra di noi e basta. Per quanto riguarda le aule studio mi trovo male con gli orari. A Trieste la biblioteca è aperta 24 ore su 24».
Leonardo, 22 anni, di Treviso, studia e lavora come programmatore: « Non parliamo degli affitti alle stelle – commenta -. Io pago 290 per una stanza singola, utenze escluse, ma sono stato fortunatissimo. Ho amici che pagano 350 euro, anche 380. Alcuni studenti preferiscono trovare casa a Padova e fare i pendolari. Dicono che risparmiano e si godono la vita universitaria della città ».
Marta Randon
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