Ha detto il suo sì il giorno del compleanno del papà , quello biologico. Perché poi ne ha un altro di Padre: «Il papà -Dio che mi ha sempre accompagnata anche se forse non me ne rendevo conto» dice suor Linda Fanton, 36 anni, originaria di Chiampo, Francescana missionaria di Gesù. L’1 novembre 2012, quasi 11 anni fa, dopo indecisioni, sensi di colpa, gioie inaspettate, segni inequivocabili, ha trovato la forza di scendere a Perugia accompagnata dalla famiglia per entrare in convento e cominciare il postulato. Oggi vive con passione ed entusiasmo la sua vocazione come responsabile della pastorale giovanile a Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Con lei c’è un altro vicentino, entrato di recente nei Frati minori, fra Filippo Jacolino, figlio dell’ex preside Paolo.Â
Linda, nel suo essere suora, ha trovato tutte le risposte. Da piccola giocava sempre a calcio con i maschi, ha fondato la squadra femminile a Chiampo, voleva diventare una campionessa del pallone, e oggi veste lo stesso saio dei confratelli maschi (le Francescane missionarie di Gesù indossano l’abito dei Minori perché la fondatrice Barbara Micarelli era talmente povera che non aveva neanche un vestito ndr). Ha sempre amato occuparsi degli altri, è laureata in Scienze dell’educazione e si prende cura “delle umane miserie” come vuole il carisma della sua Congregazione. «In più qui in convento – aggiunge – vivo “un campo scuola perenne”, luogo in cui, fin da giovane, mi sono sempre sentita a casa».Â
Ci sono persone nella vita che segnano il tragitto, scolvongono equilibri, cambiano orizzonti. Nella vita di Linda tante persone le hanno mostrato la via senza indicargliela, ascoltando, accarezzando le sue ferite, curando, condividendo la preghiera: suor Fabiana, fra Lorenzo, don Matteo e don Andrea, la migliore amica Rossella, fino al «che bello averti qui» detto da una donna con problemi psichici ospite delle suore Poverelle di Vicenza dove Linda lavorava come educatrice.
«Sono cresciuta a Chiampo e ho sempre respirato l’aria francescana – racconta la giovane -, a 4 anni ho cominciato a fare la chierichetta, andare a Messa era un impegno che prendevo molto seriamente. Ho frequentato le medie dai frati. La mia famiglia mi ha cresciuta con i valori cristiani e con delle aspettative molto tradizionali: finire gli studi, trovare lavoro, sposarsi, avere una famiglia. Prendere i voti era proprio fuori discussione».
«Ho cercato di seguire questa via: ho studiato, avevo un fidanzato, ma mi mancava sempre qualcosa, mi sentivo spenta, non ero davvero felice», spiega. L’incontro ad Assisi con suor Fabiana Benedettini, Francescana missionaria di Gesù, arriva a 17 anni. «Ero uscita dal giro della parrocchia. Stavo male, ero in confusione, non sapevo che cosa volevo. La scuola non mi convinceva, a calcio non mi divertivo più. Ricordo come fosse ieri come questa sorella mi ha accolta, come mi ha guardata, come gratuitamente si è presa cura di me, non mi era mai successo di essere guardata così, mi ha fatto conoscere l’amore libero e gratuito. Mi ripetevo “io non ti sto dando niente, non mi merito questo amore”. Nei suoi occhi ho trovato casa». «Le dissi: “Voglio quello che vuoi tu, ma non diventerò mai suora”. Suor Fabiana si mise a ridere e mi sussurrò: “Non so come sarà la tua vita, intanto mettiamoci in cammino”». Una risposta liberante.
Linda avrebbe dovuto entrare in convento nel 2010. Sembrava tutto pronto: «La mia famiglia non mi sosteneva. Andai in crisi – racconta -. Non volevo deluderli, stavo malissimo nel vederli soffrire, il mio era un dolore fisico e mentale. Così decisi di non partire per Perugia, ma decisi che non sarei neppure tornata a casa».
Uscire dalle aspettative degli altri per Linda è stato «un cammino di libertà ». «Ho trascorso 10 giorni dai frati minori a San Pancrazio – racconta – dove ho conosciuto il mio padre spirituale fra Lorenzo Raniero, poi a 23 anni fui la prima ad entrare ad “Ora Decima” a Vicenza dove rimasi per 9 mesi “un parto che mi ha fatto rinascere”. Era il 4 ottobre, festa di San Francesco». «Fra Lorenzo mi ha aiutata ad accogliere le mie fragilità e la mia umanità , a capire che potevo “deludere” anche chi amavo di più, ma non me stessa». «Ringrazio tantissimo anche don Matteo Zorzanello e don Andre Peruffo, preti diocesani, che mi sono sempre stati accanto in alcuni passaggi importanti», afferma la religiosa .Â
«Tutte le volte che scendevo ad Assisi mi sentivo amata, protetta, mi sentivo a casa con persone normali che ridevano, lavoravano, pregavano. Quand’ero giovane dopo un campo scuola da animatrice piangevo sempre per una settimana e mia madre non capiva. Oggi qui ad Assisi mi ritrovo a fare le stesse cose di allora, solo più in grande. Vivo in una casa che accoglie i giovani. Lavo i piatti, faccio da mangiare, organizzo corsi per ragazzi su come vivere pienamente la vita».
Le “umane miserie” per suor Linda sono le nuove generazioni: «Mi prendo cura della ricerca della loro pienezza aiutandoli ad accogliere la loro umanità riaccesa nell’amore libero e liberante di Dio».
Oggi la sua famiglia d’origine è orgogliosa. «Il mio papà dice che l’1 novembre 2012, accompagnandomi a Perugia per il postulato, ha ricevuto il regalo più bello della sua vita». L’altro, il papà -Dio, è in cielo che sorride soddisfatto.Â
Marta Randon