Una mostra pensata per il Museo Diocesano di Vicenza, un omaggio al Giubileo universale della Chiesa cattolica. «Tocco tematiche filosofiche e teologiche, lo spazio diocesano è un valore aggiunto», spiega Roberto Floreani.
Si inaugura sabato 8 marzo la personale del celebre astrattista dal titolo “Soglie: Tempo del prima – Tempo del poi”. La mostra, ideata in occasione del quarantesimo anniversario della prima personale del 1985 dell’artista friulano (ma vicentino d’adozione), prevede l’esposizione di oltre 50 opere allestite, perlopiù, nel Salone Vescovile in un dialogo tra i lavori degli ultimi anni e la nuovissima serie delle “Soglie”, esposte in anteprima nazionale per l’occasione.
Non mancherà la contaminazione con i manufatti facenti parte della collezione permanente del Museo; alcune opere di Floreani, infatti, saranno collocate nel piano terra del Museo accanto ai manufatti archeologici a dare una nota di vivacità e colore che contrasta notevolmente con i marmi bianchi ivi conservati. Nel progetto pensato per il Diocesano è evidente la suggestione del dialogo tra le opere astratte (pitture, libri d’artista e una serie di tappe ti artistici realizzati per l’occasione) e la sezione storica del Museo.
“Soglie: Tempo del prima – Tempo del poi” è un per corso ricco di significati che prende spunto dalla nuova evoluzione di ricerca di Floreani, nata nel periodo dell’isolamento da Covid. La “soglia” rappresenta, per l’astrattista, un crinale che separa “il tempo del prima” (il progetto) dal “tempo del poi” (la realizzazione compiuta dell’opera); una ricerca nata nell’abito dell’introspezione, in una dimensione riflessiva che lo stesso termine “soglia” esplica in quanto consente un’indagine sia di derivazione teologica, che di quella filosofica, creando un collegando naturale con il Giubileo 2025.
«L’astrazione è l’arte più democratica che ci sia – dice Floreani -. Non è indispensabile andare oltre la soglia, l’importante è la consapevo lezza che ci sia, che si possa andare oltre. L’attraversamento non deve essere una costrizione, si può stare anche tutta la vita sulla soglia, guardando di qua e di là». Floreani, per carattere e carisma, non è però di certo uno che aspetta: «Provo sempre a superare la soglia, poi capita di fare due passi avanti e magari di tornare indietro».
Le opere di questa serie grazie alla loro raffinatezza materica, consentono di mettere in evidenza la tecnica pittorica di Floreani, caratterizzata da una sapiente stratificazione che raggiunge fino a 30 livelli sovrapposti e che conferisce ai manufatti artistici un’inconsueta profondità. Opere che vanno “Oltre la tela”, concetto intro dotto da Lucio Fontana e dai suoi tagli. «Il pupillo di Fontana era Yves Klein, famoso per il suo blu (chiamato appunto blu Klein ndr), che utilizzo in più di un’opera esposta».
Nel percorso espositivo sarà possibile ammirare, tra le altre, la grande installazione di 21 opere che si va evolvendo fin dal 2011 al Museo MaGa, esposta poi nel 2013 al Centro Internazionale di Palazzo Te, nel 2014 al piano nobile della Gran Guardia a Verona e, infine, allestita nel 2016 ai Musei Civici di Padova. Questa installazione, di volta in volta, viene ampliata e rinnovata dall’artista Floreani con le ultime ricerche espressive e formali; nella mostra al Diocesano saranno inserite alcune Soglie. «Una mostra così, esposta al Diocesano, in un periodo straordinariamente materialista vale il doppio. L’inattuale mi ha sempre interessato» riflette l’artista.
Nei mesi di apertura del la mostra saranno realizzati una serie di eventi collaterali tematici legati al progetto. Saranno, inoltre, organizzate visite guidate con l’artista. La mostra sarà visitabile fino all’8 giugno 2025 al Museo Diocesano di Piazza Duomo (Vicenza). Orari di apertura: da lunedì a venerdì 14-17; sabato e domenica 10.30-13/14-17. Dal 1 aprile da lunedì a venerdì ore 14-18; sabato e domenica 10.30-13/14-18.
Marta Randon e Manuela Mantiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA