«Se davvero si crede che Sammy possa diventare beato, deve mobilitarsi il popolo, gli amici, la gente comune. Tutto parte da una richiesta dal “basso”», spiega l’esperta suor Albarosa Bassani, dorotea, seconda donna nella storia della Chiesa ad essere nominata “consultore storico” per le cause dei Santi. Il percorso che porta alla beatificazione è lungo e tortuoso, costellato di ostacoli, controlli, commissioni. Da Vicenza alla Santa Sede.
Suor Albarosa, il Vescovo potrebbe aprire la causa di beatificazione tra 5 anni, non prima, nel frattempo che cosa succede?
«Il Vescovo apre la causa solo se c’è una salda e solida fama di santità . Il “fumus sanctitatis”, così si chiama, parte dal basso».
Tutto come comincia?
«Qualcuno, non un familiare di Sammy, deve costituirsi “attore della causa”. Può essere anche un’associazione. Nei prossimi 5 anni deve cominciare a raccogliere testimonianze, prove, scritti, di persone che l’hanno conosciuto, ma anche di chi non l’ha conosciuto, che poi verranno consegnate al vescovo Giuliano. Non va tralasciato nulla».
Che cos’è la fama di santità ?
«Non è solo ammirazione, è qualcosa di molto più grande e profondo, qualcosa di eccellente. Nel caso di Sammy potrebbe essere la sua straordinarietà , il grande impegno cristiano, i messaggi di serenità , positività , nonostante la condizione fisica. La percezione del popolo è che questa persona sia vicina a Dio, allora la si comincia a pregare per chiedere grazie».
Il passaggio successivo quale sarebbe?
«Nominare un postulatore della causa (spesso un avvocato), con il compito di consegnare la documentazione raccolta al vescovo diocesano che poi, alla luce di quella, dovrebbe decidere se aprire il processo diocesano e istituire un tribunale ecclesiastico in diocesi. Comincerebbero a quel punto le udienze, sentendo i vari testimoni, autentificate dal notaio del processo. Nel momento in cui il Vescovo apre la causa, la persona è già Servo di Dio».
La documentazione raccolta quando arriverebbe a Roma?
«La strada è lunga. Tutti gli atti del processo diocesano devono essere mandati a Roma, dove si redige la Positio, un volume che raccoglie tutto: le testimonianze sulla fama di santità , ma anche il contesto storico certificato da una speciale commissione, i documenti scritti dalla persona di cui si vuole accertare la santità . Tutto viene catalogato scientificamente. La Positio a Roma viene esaminata da 2 o 3 commissioni. I teologi danno il loro giudizio: devono essere confermate le virtù teologali e cardinali».
Chi è il giudice finale?
«È solo il Santo Padre che può dichiarare l’eroicità delle virtù con un decreto e dichiarare la persona Venerabile».
Quanto tempo passa mediamente?
«Mediamente 10 anni, ma possono essere molti di più. Ci sono cause che si fermano, servono costanza e determinazione. La fama di santità dovrebbe crescere».
Come si diventa beati?
«Serve il primo miracolo. Il postulatore dovrebbe raccogliere le grazie spirituali e fisiche che il popolo ha ricevuto, in questo caso pregando Sammy. Se per caso è avvenuta qualche guarigione straordinaria vanno raccolte tutte le prove medico-scientifiche. Si portano alla Santa Sede che valuterà con grandissima attenzione. La Diocesi nella quale è avvenuto il presunto miracolo dovrà avviare a sua volta un processo, con le prove di chi ha pregato. Se tutto questo viene accertato, il Papa dichiara il miracolo e la persona è beata. Per la santità serve il secondo miracolo che deve avvenire dopo la beatificazione».
Il Vescovo: «Tra 5 anni potrei aprire la causa di beatificazione»
«Non escludo la possibilità di aprire, tra 5 anni come prevede l’attuale procedura canonica, la causa di beatificazione per Sammy Basso». Sono le parole pronunciate dal vescovo Giuliano qualche giorno dopo la morte di Sammy Basso, il giovane biologo affetto da progeria, la patologia dell’invecchiamento precoce. «Ho letto alcuni commenti sui social che hanno espresso questa richiesta – ha spiegato Brugnotto -, molti hanno evidenziato la sua statura di cristiano con una fede matura, consapevole e fortemente radicata in Dio, come ha scritto anche nella sua ultima lettera resa nota durante il funerale». «In questi giorni – ha concluso il Vescovo – è emerso il suo profilo spirituale che ha espresso una santità nella vita ordinaria insieme ad una profondità interiore straordinaria. Leggendo il suo testamento mi sono sentito “piccolo” perché le parole della lettera sono di un’altezza spirituale straordinaria. Altezze che io stesso non riesco a raggiungere. Sammy è stato testimone di una vita piena di senso e di significato, vissuta in vera comunione con Dio».
Marta Randon
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Per la testimonianza che ci ha lasciato attraverso il suo percorso di vita