Acqua, sole, amore e nessun preparato chimico richiedono le cinquanta barbatelle messe a dimora, lo scorso 4 giugno, nel cortile della scuola primaria “Eleonoro Negri” di Locara.
È sorto qui infatti un vigneto, tra la gioia dei trentuno bambini di classe seconda che si sono improvvisati agricoltori. La varietà di vite a bacca rossa prende il nome di Cabernet Eidos e spunta «dal matrimonio tra una pianta molto buona e una pianta molto forte», ha spiegato loro l’agronomo Ermanno Murari, laurea alla “Bocconi” di Milano e vera eccellenza nel settore. Ottenuta tramite metodi convenzionali di incrocio, la qualità resiste alla peronospora, allo oidio, alla botrite e si adatta alle condizioni pedoclimatiche dell’Italia centro-settentrionale.
«Il progetto “Viviamo gli spazi verdi della scuola”, di cui siamo responsabili – raccontano le insegnanti Nicoletta Caceffo e Daniela Muzzolon -, ha preso avvio il 21 marzo, primo giorno di primavera, con la realizzazione di un orto. Un papà ha arato il terreno. Quindi i bambini hanno piantato e annaffi ato: fragole e ravanelli (una doppia raccolta è già avvenuta da parte loro), cipolle, patate, fagioli, piselli, cavoli a punta, melanzane, peperoni, pomodori ed erbe aromatiche.
Recentemente è arrivato il vigneto. All’irrigazione nei mesi estivi e alla successiva potatura si dedicheranno i genitori e i nonni, che abbiamo coinvolto. I bambini raccoglieranno i successivi prodotti dell’orto a settembre, con il rientro a scuola. La vendemmia si attuerà invece fra un paio d’anni, quando gli allievi frequenteranno la classe quarta».
Al progetto – in cui ha creduto fin da subito la dirigente scolastica Sonia Gottin -, hanno collaborato le maestre Laura Ruffo, Catia Vicentini, Valeria Gecchele, l’assistente educatrice Cristiana Manega. Ma quale il guadagno formativo più evidente? Non hanno dubbi le docenti: «I bambini hanno partecipato con profondo interesse e sostenuta motivazione. Erano felici dei risultati. Si sono dimostrati entusiasti per veder portato a termine un compito, e in tal senso hanno raggiunto il nostro obiettivo. Hanno condiviso in gruppo le emozioni e le esperienze. Contestualmente hanno potuto valorizzare la biodiversità, gestire con coscienza la risorsa acqua, scoprire la magia della natura, inoltrerecuperare le tradizioni del territorio. Tutta questa attività favorisce la coesione sociale e
avvantaggia i soggetti a rischio di marginalizzazione ». Notevoli le soddisfazioni anche per le docenti: «Il progetto ha sicuramente aiutato la nostra crescita personale. Abbiamo imparato molto sul piano tecnico. E poi era bello, gratificante sentirsi chiedere dai bambini – durante l’intervallo – il permesso di andare a controllare l’orto. Lo sceglievano al posto di giocare».
È prevista – a partire dal prossimo anno scolastico – la collaborazione con Tecla Soave, esperta di educazione ambientale, e l’Associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici.
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