Per il futuro della Valbruna, la data segnata ora in agenda è il 15 gennaio 2026. In quel giorno è infatti fissata la scadenza dei termini per la presentazione delle proposte relative alla gara pubblica riguardante l’area in cui sorge lo stabilimento delle Acciaierie a Bolzano.
Nel frattempo, un’altra scadenza significativa è passata: entro il 17 novembre si potevano – e si dovevano – inoltrare le adesioni per il sopralluogo obbligatorio, passaggio indispensabile per le realtà interessate a partecipare alla gara. L’unica adesione pervenuta alla Provincia di Bolzano è stata quella di Acciaierie Valbruna.
«Un atto dovuto», ha spiegato la proprietà vicentina, che non si traduce però necessariamente nella volontà dell’azienda di partecipare, anche alla luce del ricorso al Tar presentato dalla stessa impresa contro il bando. L’orizzonte di una gara deserta, quindi, non è una possibilità remota. Tutt’altro.
«La Giunta provinciale – ha scritto in una nota la Provincia di Bolzano – auspica che vi sia almeno un’offerta, così da porre fine a una situazione di incertezza creatasi in questi mesi a svantaggio dei lavoratori impiegati in un settore produttivo così rilevante per l’economia e per il territorio. Qualora la gara andasse deserta, verranno condotte tutte le valutazioni del caso, tenendo conto del valore dell’attività produttiva industriale sinora esercitata, della rilevanza dell’aspetto occupazionale e delle ricadute più ampie sul tessuto economico locale».
Ricadute che da mesi alimentano un alto livello di preoccupazione, tanto a Bolzano quanto a Vicenza, legate a doppio filo al bando europeo. La gara, che assegna la concessione dell’area su cui sorge lo stabilimento altoatesino, comporta infatti il rischio di una chiusura che avrebbe pesanti ripercussioni anche nel capoluogo berico, visto che i due siti sono interdipendenti per molte lavorazioni.
Come più volte denunciato dai sindacati, l’operazione avviata dalla Provincia di Bolzano potrebbe coinvolgere non solo i 600 lavoratori di Bolzano, ma tutte le circa 1.800 persone che operano complessivamente nelle due sedi.
Per questo si guarda con attenzione – e preoccupazione – alla data del 15 gennaio, con la consapevolezza che resta aperta anche la possibilità , già dichiarata dal Governo, di ricorrere al golden power, ossia il potere speciale di salvaguardia qualora venisse messa a repentaglio la continuità produttiva di un’azienda ritenuta strategica.
Un ulteriore segnale forte di sostegno alle Acciaierie Valbruna è intanto arrivato dal Consiglio comunale di Vicenza, che ha votato all’unanimità una mozione a sostegno dell’azienda e dei lavoratori.
Vincenzo Grandi
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