(Agenzia Fides) – Il Mozambico saluta la sua prima esportazione di gas naturale liquefatto (LNG) con la partenza, il 13 novembre, di una prima fornitura di gas dall’impianto offshore di Coral Sul, mentre “le disuguaglianze sociali ed economiche stanno creando un profondo divario”, affermano i Vescovi mozambicani. “Da una parte una minoranza benestante che può permettersi ogni genere di lusso e, dall’altra, una maggioranza impoverita che non ha nemmeno le basi per sopravvivere” affermano i Vescovi, che auspicano “politiche coraggiose che eliminino il crescente divario tra fratelli”.
Il gas estratto nei giacimenti lungo la costa settentrionale mozambicana, è la grande speranza di riscatto del Paese, tra i più poveri del mondo, ma si scontra con l’instabilità in quell’area dovuta alla presenza di un’insurrezione che si è data un carattere jihadista, dandosi l’appellativo di Provincia dello Stato Islamico in Mozambico.
Nella loro nota pastorale pubblicata l’11 novembre, i Vescovi ricordano che la “guerra terroristica” a Cabo Delgado, nella provincia settentrionale del Mozambico, iniziata più di cinque anni fa, raggiunge “aree sempre più vaste, comprese le province di Niassa e Nampula”. “Si seminano distruzioni e morti violente di bambini, donne e uomini innocenti e persone di buona volontà, come suor Maria de Coppi, assassinata il 6 settembre, nell’attentato alla Missione cattolica di Chipene, diocesi di Nacala” ricordano i Vescovi.
L’estrema povertà nella quale vivono le popolazioni locali e specialmente i giovani, genera una spinta potente al reclutamento di nuove leve nelle file jihadiste, sottolinea l’Episcopato mozambicano. “I giovani mozambicani continuano ad ingrossare le fila di coloro che seminano terrore” ed è proprio la gioventù, “presente e futuro della nazione, a soccombere a queste incessanti ondate di violenza”. “I giovani si lasciano allettare” dal richiamo dei jihadisti per “l’assenza di speranza in un futuro migliore”.
“Nessuna pace sopravvive alle esclusioni e alle ingiustizie sociali” avvertono i Vescovi, secondo i quali la corruzione “è un altro dei grandi mali” del Paese, nel quale “l’avidità a volte porta a favorire “grandi progetti economici da parte di capitali stranieri per sfruttare le risorse naturali senza un reale e trasparente coinvolgimento delle popolazioni”.
Un ammonimento a far sì che le rilevanti risorse di gas generino profitti che siano utilizzati per migliorare le condizioni generali della popolazione. Si prospettano entrate per quasi 100 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni dallo sfruttamento del gas. Ma questo darà alla nazione l’emancipazione economica desiderata?