Sono 3.231 (4 su 10) i Comuni italiani che accolgono richiedenti asilo sul proprio territorio, mentre i posti del sistema Sprar sono aumentati di 9 mila unità in un anno.
Lo afferma il Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia presentato pochi giorni fa da Anci, Caritas, Migrantes in collaborazione con l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr).
Gli accordi tra l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e il Ministero degli Interni per l’accoglienza diffusa dei migranti hanno portato, in questo senso, a un cambio di prospettiva anche nell’accoglienza gestita dal governo nei territori: più Comuni coinvolti, meno concentrazioni in pochi comuni, una distribuzione più equa e controllata e strutture sempre meno ‘impattanti’, per favorire l’integrazione.
Inizia così a concretizzarsi la richiesta dell’Anci di tenere insieme una duplice esigenza: superare la logica dell’emergenza, visto che le migrazioni sono un fenomeno globale stabile e strutturale; realizzare gradualmente un sistema di accoglienza regolare ed ordinato, salvaguardando il bisogno delle comunità – manifestato dai sindaci – di garantire controllo e integrazione sostenibile. Â
I numeri dell’accoglienza in Italia Nelle strutture italiane sono ospitati complessivamente, al 15 luglio di quest’anno, 205 mila migranti e continua a crescere il numero dei Comuni coinvolti nell’accoglienza, mentre i posti Sprar (il Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati) sono passati da 26 a 35 mila. Contemporaneamente, diminuiscono le situazioni di criticità , anche grazie al lavoro operativo della cabina di regia fra Anci e Ministero dell’Interno.
Negli ultimi 5 anni, il numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza è cresciuto costantemente, passando dalle 16.844 presenze del 2012 alle 188.084 nel 2016 (+1.017%).
Sprar significa integrazione Per quanto riguarda la sola rete Sprar, tra il 2012 ed il 2016 il numero di persone accolte è quintuplicato, passando dalle 7.823 del 2012 alle 34.039 del 2016.
L’accoglienza Sprar brilla inoltre per tasso di integrazione delle persone ospitate, che continua ad aumentare, mentre diminuisce di conseguenza il tempo di permanenza nelle strutture di accoglienza e aumentano dunque le persone che possono beneficiare dei progetti di integrazione. Nel corso del 2016  sono uscite dall’accoglienza complessivamente 12.171 persone. Di queste il 41,3% aveva  concluso il proprio percorso di integrazione e di inserimento socio-economico: nel 2015 questa percentuale era del 29,5%.
È il segno del successo nel percorso di integrazione che caratterizza l’accoglienza Sprar. È per questo motivo che gli oltre 34 mila beneficiari dei progetti Sprar non corrispondono ai posti disponibili (circa 26 mila).
La rete diocesana ospita, da sola, 23.365 persone Dei 205 mila migranti presenti nelle strutture di accoglienza al luglio 2017, 158.607 sono ospitati dai Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 31.313 dagli Sprar. Se in termini assoluti le Regioni più coinvolte nell’accoglienza sono Lombardia (13,2%) e Campania (9,3%), è in Toscana ed Emilia-Romagna che si è quasi pienamente realizzato il principio dell’accoglienza diffusa sostenuto dall’Anci e perseguito grazie agli accordi con il Viminale: in Toscana l’83% dei Comuni accoglie richiedenti asilo, in Emilia-Romagna il 78,1%.
A livello nazionale, l’accoglienza diffusa dello Sprar è presente inoltre nel 51,4% dei Comuni con meno di 5 mila abitanti. Altro apporto considerevole è quello della rete diocesana, che da sola accoglie 23.365  persone su tutto il territorio nazionale.