L’aula studio della biblioteca civica di Bassano dedicata a Luca Russo, nel giorno del suo 26esimo compleanno, il 28 febbraio. È l’omaggio della città al giovane bassanese rimasto ucciso nell’attentato di Barcellona del 17 agosto scorso, che ha voluto intitolargli la sala dove ogni giorno trascorrono molte ore gli studenti della città e del territorio, e dove lo stesso Luca studiava per preparare gli esami universitari.
«È una scelta che mi ha fatto piacere, è un’aula che posso frequentare anch’io». A dirlo è Marta Scomazzon, 22 anni, fidanzata del giovane e sopravvissuta alla tragedia. Questa settimana Marta ha ripreso i corsi all’Università di Padova. Dopo la laurea in Scienze politiche del novembre scorso dedicata al fidanzato, ora frequenta il corso di laurea magistrale in “Studi europei”. La raggiungiamo al telefono all’uscita dal corso di pianificazione territoriale dell’Ue. La voce è squillante e sempre gentilissima.
Marta, sono passati sei mesi dall’attentato. Come stai?
«Sto bene, grazie. Ho ripreso a frequentare a Padova e sono contenta. Piano piano ho ricominciato a fare le cose che facevo prima. La vita continua».
Che cosa ne pensi di questo omaggio a Luca?
«Mi fa piacere, è una sala che posso frequentare anch’io. Il sindaco, con il papà e la sorella di Luca mi hanno coinvolta. Mi hanno chiesto che cosa ne pensassi».
Nella targa esposta è riportata la frase “Nella vita non contano i passi che fai, né le scarpe che usi, ma le impronte che lasci”. L’hai scelta tu?
«La frase è stata pensata dal padre e dalla sorella e poi condivisa con me. Abbiamo scelto insieme».
La canzone vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo, Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro, parla dell’attentato di Barcellona. Ti è piaciuta?
«Sì, anche se non condivido il titolo. A me gli attentatori hanno fatto molto e tolto molto. Il significato comunque è condivisibile pienamente. Sono convinta che “tutto va oltre le vostre inutili guerre” e anche se “sono consapevole che tutto più non torna”, “la felicità volava, come vola via una bolla”.
C’è una canzone che ti è piaciuta?
«La mia canzone preferita di questo Festival è Eterno, di Giovanni Caccamo: una poesia romanticissima ».
La scelta del corso di laurea in “Studi Europei” è un bel segno. Tornerai a viaggiare?
«Certo. Sicuramente quest’estate farò qualcosa, ma adesso è meglio pensare agli esami».