Chi ha provato a dire qualcosa di fronte alla violenza dei giorni scorsi è stata la comunità cristiana di Villaga, dove risiedeva Rita Amenze, assassinata dal marito Pierangelo Pellizzari a colpi di pistola nel parcheggio della fabbrica di Noventa dove la donna lavorava. Ed è stato proprio dalle colleghe di Rita che la parrocchia di Villaga ha trovato le parole per provare a dire qualcosa sulla sua uccisione. «La scorsa settimana, a Noventa, moltissime persone, anche della nostra parrocchia, hanno partecipato alla fiaccolata per Rita – racconta Tino Turco, coordinatore del gruppo adulti vicariale di Azione cattolica -. Le colleghe di rita hanno portato uno striscione molto significativo con scritto: “Libere dalla violenza, libere di scegliere”. Ecco – prosegue Turco -, Rita doveva poter essere libera di andarsene da una situazione violenta. Questo deve farci riflettere, perché come comunità cristiana difficilmente lo diciamo».
Dalla riflessione è nato un testo, condiviso in parrocchia dal parroco e dal gruppo ministeriale e diffuso tramite il bollettino parrocchiale (che potete leggere integralmente qui). “Ci uniamo all’indignazione della comunità civile e chiediamo con forza che nelle nostre vie, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro, si elimini ogni forma di discriminazione e mancanza di dignità nei confronti di tutte le donne – è uno dei passaggi della riflessione -. Se questi femminicidi continuano in Italia (uno ogni tre giorni) è perché nella parte più vera e profonda della nostra cultura, non abbiamo ancora vinto la battaglia per il rispetto di ogni persona, indipendentemente da ogni condizione che questa vive”.
«Ho visto tanta gente a disagio di fronte a quanto accaduto, ma pur nella rabbia e nel dolore era necessario trovare una parola, capire quanto accaduto, dargli un senso e provare ad imparare qualcosa». E anche la Chiesa ha bisogno di imparare qualcosa: «Bisogna riconoscere che le comunità cristiane non sono sempre all’avanguardia nel rispetto della donna – prosegue Tino Turco -. Una visione patriarcale che mette al centro di tutto il maschio, nella Chiesa, esiste ancora. Questa idea che la donna non abbia autonomia di decidere, di poter dire di noi, per noi è ancora molto difficile da accettare».