Nel Tempo di Quaresima la Liturgia della Parola ci ha accompagnato sapientemente, settimana dopo settimana, a comprendere sempre meglio la qualità e la profondità dell’amore del Padre. Sempre abbiamo bisogno di convertire la nostra idea su Dio e di conseguenza la nostra idea su noi stessi e sui fratelli e sorelle. Ora siamo sulla soglia della Settimana Santa, la Settimana Grande per eccellenza, tempo opportuno per andare alle radici del mistero della nostra salvezza.
La Liturgia della Domenica delle Palme ci racconta della regalità di Gesù che entra a Gerusalemme su di un’asina, osannato come re e che poi muore in croce come un malfattore: di questa regalità resta solo la scritta sul cartiglio: Gesù Nazareno Re dei Giudei.
La Domenica delle Palme introduce gli ultimi giorni terreni di Gesù, sei giorni, una nuova creazione, una nuova alleanza, una relazione nuova garantita dalla fedeltà di Dio.
L’evangelista Giovanni racconta della cena a Betania, a casa di Marta, Maria e Lazzaro, durante la quale Maria versa, spreca, una grande quantità di nardo prezioso sui piedi di Gesù. Il nardo viene dall’India e cresce oltre i 5.000 metri di altitudine; il profumo viene fatto con le radici del fiore che dunque muore per donare un profumo particolarmente gradito all’umanità .
Finalmente una creatura risponde all’amore del creatore, all’amore senza misura del Figlio di Dio che va a Gerusalemme per dare la sua vita. La passione di Maria che unge i piedi del suo Signore anticipa quella di Gesù che laverà i piedi ai suoi. Il gesto di Gesù servo per amore è fatto con l’acqua che rappresenta la sua morte, quello di Maria che unge con il profumo il Vivente ne annuncia implicitamente la Resurrezione. Maria compie un atto folle e di grande intimità asciugando con i suoi capelli i piedi di Gesù dalla sovrabbondanza del profumo e sarà contaminata dalla fragranza, come tutta la casa del resto.
Solo Giuda ne calcola il prezzo decisamente notevole, equivalente ad un anno di salario! L’obiezione di Giuda sullo spreco di Betania non è forse a volte anche nostra? Il Vangelo ci costringe a chiederci se siamo disponibili a sprecare tempo, affetti, denaro per amore o se tendiamo ad essere calcolatori, anche a fin di bene … Giuda non riconosce Gesù come Signore, sembra non capire un Messia che serve.
Eppure Giuda è uno dei dodici, è colui che intinge nello stesso piatto di Gesù, è colui al quale Gesù dà il boccone. È il figlio perduto che il Padre sempre cerca, è il figlio che ha lasciato entrare in lui Satana, il tentatore, colui che mette in dubbio l’amore di Dio, proprio come ha fatto con Adamo.
E come Adamo si mette al posto di Dio, così fa Pietro quando dice di essere disposto a morire per Gesù. Pietro è generoso, ma non ha capito che può solo rispondere all’amore ricevuto: è Dio che si sacrifica per l’uomo e non l’uomo che si sacrifica per Dio!
È il tempo delle tenebre dell’invidia, della gelosia, della paura, della violenza… ma la Luce penetra la notte. Gesù anticipa a Giuda e a Pietro quello che faranno, in modo che quando accadrà possano scoprire la fedeltà , la gratuità e il sacrificio del Signore per loro e per ciascuno.
Anzi proprio i tradimenti, le infedeltà , le realtà di peccato sono il luogo nel quale si manifesta la misericordia di Dio. Giuda non ci riuscirà .
Gesù desidera fare Pasqua con i suoi, con ciascuno di noi: ‘Ecco sto alla tua porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò a lui, cenerò con lui ed egli con me’ (Ap 3,20).
Al termine della Grande Settimana, con l’aiuto dello Spirito che apre le orecchie e il cuore all’ascolto e alla comprensione della Parola, sapremo riconoscerlo in ogni Eucarestia quando spezza il pane con noi e per noi e nutriti del suo corpo e del suo sangue diventare corpo di Cristo, testimoni del suo amore per ogni donna e uomo amando, consolando, perdonando come siamo stati noi amati, consolati e perdonati. Sarà possibile? Dio rende possibile il nostro impossibile, parola di Gesù! A noi la responsabilità di permetterlo!
Annalinda Zigiotto
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