Per una volta sono tutti d’accordo. Bisogna vietare l’ingresso ai padiglioni con armi da difesa ai minori di 16 anni alla Fiera Hit Show di Vicenza. Da destra a sinistra, i candidati sindaci appoggiano la presa di posizione del sindaco Achille Variati che nei giorni scorsi ha finalmente puntato i piedi sul delicato tema dell’ingresso di bambini e ragazzi alla manifestazione internazionale per la caccia, il tiro sportivo e la sicurezza personale che si è tenuta dal 10 al 12 febbraio a Vicenza.
Categorico Otello Dalla Rosa, centrosinistra: «I minorenni non devono entrare a Hit Show – dice il candidato sindaco del centrosinistra -. Il problema è che il Comune è socio di minoranza e dovrà usare tutta la sua persuasione per modificare il regolamento dell’ente. La cultura delle armi è pericolosissima. Più armi, più crimini, più morti. È un dato reale. Combattere il “farsi giustizia da sé” è un modo per fare sicurezza. Si potrebbe consentire l’accesso dei più giovani solo ad alcune aree, ma vedo la gestione molto difficile».
Analogo il parere di Fabio Mantovani, centrodestra: «Non voglio fare polemiche, ma sono anni che serve un codice etico, un regolamento chiaro. Un percorso educativo è importante. Io non porterei mia figlia ad una fiera del genere, però rispetto le passioni per la caccia o il tiro a segno. Il buon senso spetterebbe prima di tutto ai genitori. In ogni caso l’accesso ai minorenni ai padiglioni delle armi da difesa va vietato».
In linea Francesco Rucco, candidato sindaco di Fratelli d’Italia e di sei liste civiche della città: «Bambini e ragazzi devono stare il più lontano possibile dalle armi – afferma l’avvocato -. Le stragi nei college americani dovrebbero insegnarci qualcosa. Trova eccezione il caso delle attività sportive, come il tiro al piattello per le quali c’è un limite dei 14 anni».
Contrarietà totale anche da parte di Francesco Di Bartolo, uno dei due candidati alle Comunarie del Movimento 5 Stelle (l’altro è Marco Di Gioia ndr) che si tengono il corrente venerdì, alla possibilità che i minori possano entrare alla manifestazione e imbracciare le armi. L’avvocato è peraltro critico in generale sull’azione dell’ente: «Una istituzione simile non dovrebbe organizzare fiere come questa. La sua azione dovrebbe essere al servizio del territorio incoraggiando soprattutto l’innovazione e non solo per fare utili».
La questione tiene banco da tre anni, con fotografie pubblicate da La Voce dei Berici che, edizione dopo edizione, ha documentato la libertà dei piccoli visitatori di prendere le armi e “provarle”. Un tema ripreso anche da Famiglia Cristiana e da Avvenire. Un video pubblicato il 12 febbraio su Repubblica.it a cura di Fabio Butera, non lascia niente all’immaginazione, mostrando piccole mani che prendono la mira e premono grilletti.


