Il Gruppo Alpini di Arsiero, con i volontari di altri gruppi della zona, ha portato a termine un piccolo capolavoro di ricostruzione, non solo di un luogo sacro ormai inghiottito dal bosco, ma soprattutto della memoria. Stiamo parlando dell’ex cimitero militare italiano della Grande Guerra di Quota Neutra, situato tra il Monte Cimone e il Monte Caviojo, in Comune di Arsiero.
I volontari hanno infatti portato alla luce tre pietre scolpite, che riportano i nomi dei caduti del Battaglione Alpino Val D’Adige.
Il gruppo è impegnato dall’ottobre scorso nel recupero dell’ex cimitero. Il progetto è sostenuto con contributo da Regione del Veneto e Comune di Arsiero. Il cimitero, realizzato a poche centinaia di metri dalla prima linea a partire dall’estate del 1916, conteneva circa 200 salme (recuperate negli anni ‘20 e portate al cimitero monumentale di Arsiero). I caduti erano in maggioranza fanti delle Brigate Novara e Sele e alpini del 6° Reggimento.
Il Cimone racconta ancora oggi i fatti accaduti 100 anni fa, con la presenza di numerose trincee, gallerie e soprattutto del cratere generato dalla poderosa mina del 23 settembre 1916. I numerosi caduti sparsi tra le rocce erano stati amorevolmente recuperati e per loro era nato un piccolo camposanto. La pietà per gli amici caduti è ben rappresentata nella lapide centrale del cimitero, che cita: “Agli Eroi caduti per la difesa di Monte Cimone. Una prece, un pensiero, un affetto”.
Da allora il sito è stato abbandonato e, se si esclude un intervento di ripristino negli anni’70, ha rischiato di finireper sempre nell’oblio. Con la ricorrenza del centenario della fine della Grande Guerra gli alpini e l’amministrazione Comunale hanno deciso di ridare dignità a questo luogo significativo.
Il progetto “Alta via della Grande Guerra” che collegherà i quattro ossari vicentini (Colle Bellavista a Schio, Cimone a Tonezza, Asiago e Monte Grappa) prevede che il percorso principale passi a pochi metri dal sito.
Negli ultimi giorni di lavoro sono riaffiorate dal terreno tre steli nominative di alpini, giovani di vent’anni, caduti nel 1917, oltre a un elmetto e a numerose medagliette religiose con cui si affidavano alla protezione di santi come S. Antonio da Padova e S. Francesco d’Assisi. È un grosso lavoro di volontariato (700 ore totali) che rende omaggio e memoria a tanti giovani morti in guerra e alle loro famiglie. Tra le emozioni vissute, anche quella di essere riusciti a rintracciare a Bologna e Verona, i familiari di due di questi caduti, che saranno presenti sul posto, la corrente domenica 3 giugno, alle 11, per la giornata del ricordo dei caduti del Cimone.