Valdastico nord, forse ci siamo. O forse no. Da Padova, all’assemblea della Lega in preparazione del Congresso del partito che si è svolto a Firenze lo scorso fine settimana, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti ha confermato l’intenzione della sua giunta di portare a conclusione il progetto di collegamento autostradale tra Veneto e Trentino. «Per noi il progetto può procedere. Stiamo facendo la variante al Piano urbanistico provinciale e credo che arriveremo all’approvazione entro l’anno» – ha dichiarato il presidente della provincia autonoma al Corriere Trentino sottolineando che il parlamentino provinciale dovrà discutere moltissime interrogazioni e osservazioni. «Siamo determinati ad andare avanti al di là delle criticità che vengono dibattute da noi in Trentino». Parole che sembrano confermare un passo in avanti per il completamento di un’opera pensata a metà degli anni Sessanta per collegare il Veneto al Trentino e al nord-Europa. Ma davvero si avvicina l’avvio dei lavori per la conclusione dell’autostrada A31? Molti dubbi rimangono su un’opera di cui si parla dal 1965 e che negli ultimi anni, con l’ostilità meno decisa del Trentino, sembra più vicina. Dubbi che nascono in particolare sui diversi tracciati di cui ancora si discute e che non sono evidentemente equivalenti.
La proposta di Fugatti prevede di spostare lo sbocco del collegamento a Rovereto Sud, con l’immissione nell’autostrada del Brennero A22. Una proposta malvista in terra vicentina e definita a suo tempo “inutile e costosa” dalla presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia che non considera giustificato “l’innegabile sacrificio in termini di consumo di suolo” e che ritiene la soluzione Fugatti “del tutto ininfluente rispetto ai flussi di traffico sulla S.S. 47 Valsugana”.
Tra le categorie economiche vicentine l’urgenza di un nuovo collegamento con Trento (e quindi con la Germania) continua ad essere sentita. Poco più di un anno fa la SS 47 Valsugana veniva riaperta dopo che, in gennaio, un grosso masso era franato sulla carreggiata nel Comune di Valbrenta. In quei due mesi, raggiungere Trento dall’area bassanese implicava lunghi giri che allungavano la tratta, raddoppiando se non triplicando i costi dei trasporti per centinaia di attività economiche. In quell’occasione, Confartigianato Vicenza uscì con un comunicato in cui il presidente Gianluca Cavion affermava: “Non è immaginabile che un evento di questo genere possa bloccare o avere un impatto di tal misura sulla vita e l’economia di un territorio e questo perché non sono state portate a termine le alternative infrastrutturali progettate e richieste a gran voce da anni. Confartigianato ha sempre sostenuto quanto il prolungamento a nord della A31 sia un ‘corridoio’ importante per le nostre imprese, ora la concretizzazione del progetto si rende quanto più necessaria”. A confermare l’importanza del “corridoio” verso Nord sono i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato: da Vicenza l’export manifatturiero che da ottobre 2022 a settembre 2023 ha preso la strada verso Nord è stato di 3.843 mln di euro, pari al 16,7% dell’export totale provinciale.
Insomma, l’urgenza è tale che per qualcuno anche la proposta Fugatti è meglio di niente: «Il sistema economico vicentino – commenta Giorgio Xoccato, presidente della Camera di Commercio di Vicenza – non può che vedere con grande favore l’ipotesi di uno collegamento autostradale diretto con la provincia di Trento, che consentirebbe un transito molto più rapido ed efficiente di merci e persone tra i nostri territori, alleggerendo allo stesso tempo in modo importante le arterie dell’autostrada del Brennero e la strada Valsugana, entrambe molto trafficate come noto. Va precisato che l’ipotesi progettuale attualmente sul tavolo, che prevede uno sbocco a Rovereto anziché a Trento, non rappresenta dal nostro punto di vista la soluzione ideale, ma sarebbe comunque un passo avanti importante rispetto alla situazione attuale».
Ma che aria tria in Trentino? Il completamento della Valdastico Nord dipende dall’approvazione della variante al Piano Urbanistico Provinciale, sepolta nel novembre scorso sotto gli oltre 2.000 emendamenti proposti dalle opposizioni in Consiglio provinciale. Un ostruzionismo che ha bloccato la discussione, ma che, ha affermato con ottimismo il presidente Fugatti, dovrebbe essere superato entro la fine dell’anno. Dai banchi della minoranza, però, rimangono scettici. «Fugatti frequenta talmente poco il Consiglio che non conosce l’aula, né i lavori dell’aula», ha commentato il consigliere del Pd Alessio Manica, ricordando come, sul progetto della Valdastico, in Trentino sia presente una fortissima opposizione, anche da parte dei territori coinvolti. Una contrarietà ribadita negli anni anche dalle tante associazioni ambientaliste impegnate nella salvaguardia del territorio riunite nel Coordinamento ‘No Valdastico Nord A31’, che concede poco credito a quanto detto a Padova dal presidente della Giunta provinciale. «Sono le famose dichiarazioni di Fugatti che si ostina in imprese impossibili», ci dice Pietro Zanotti, portavoce del Coordinamento.
Andrea Frison, Giovanni Melchiori, Filippo Maragotto
La Voce dei Berici, Vita Trentin, La Difesa del Popolo