Riparazione di fognature, messa in sicurezza di frane, ripristino di carreggiate. E ancora, pulizia delle rogge, raccolta di rifiuti trascinati dall’acqua, messa in sicurezza di abitazioni ed evacuazione di famiglie a rischio. Sono stati dieci giorni da incubo quelli iniziati il 17 aprile a Valdagno, quando la forte intensità della pioggia che si è abbattuta sulla vallata ha provocato la piena del torrente Agno e il tragico crollo del ponte di Ponte dei Nori, causando la morte di Leone e Francesco Nardon, padre e figlio, 64 e 21 anni, molto conosciuti nella comunità valdagnese.
«Valdagno è una città ancora molto scossa che ha bisogno di un centro da cui ripartire e riprendersi», commenta don Luca Luisotto, parroco di Valdagno. I funerali di Leone e Francesco Nardon sono stati celebrati sabato 26 aprile. «Leone e Francesco stavano andando a servire – ha detto don Luca nell’omelia -. Stavano andando a prestare aiuto, direi verso chi aveva più bisogno. Volevano esserci, dare una mano, donare tempo, energia e vita: stavano donando. E in questo nobile gesto, hanno perso la vita. In un mondo spesso ripiegato su sé stesso, il loro gesto diventa un Vangelo vivente, una parabola concreta dell’amore che si fa prossimo».
Oltre al crollo del ponte a Ponte dei nori, si sono verificati diversi allagamenti (soprattutto nelle zone Rio-Dalmazia e via Adamello) con numerose cantine allagate, smottamenti e frane che hanno portato alla chiusura di una decina di strade. Una frana in particolare, in Via Murri, ha lambito una casa costringendo all’evacuazione di tre nuclei famigliari, nove persone in totale. In via d’urgenza l’Amministrazione comunale ha quindi dato seguito all’accordo di programma siglato con Ater nei mesi scorsi per la messa di disposizione di due alloggi per casi di emergenza. Grazie allo spirito di collaborazione dimostrato da Ater, il Comune è subito entrato in possesso degli appartamenti e si è adoperato per sistemarli.
Fino a pochi giorni fa Comune, Protezione Civile, Genio civile e Viacqua erano al lavoro su tutto il territorio di Valdagno. «Il terreno, zuppo d’acqua, ha continuato a muoversi anche nei giorni successivi all’alluvione – spiega l’assessore ai lavori pubblici Luca Basso -. Impossibile quantificare i danni con gli interventi ancora in corso. E molti problemi non emergono subito, ma a distanza di tempo. In questi mesi l’amministrazione ha concluso alcuni interventi avviati dalle amministrazioni precedenti per mettere in sicurezza il territorio. Ma una alluvione di questo tipo non si era mai vista a memoria d’uomo. In alcuni punti, dalle strade sono stati portati via anche venti camion di massi franati. Se si scende nel particolare, ci sono ancora una marea di ferite aperte. Solo girando nel territorio si comprende la gravità di quanto è successo. Almeno 150 famiglie hanno avuto danni gravi».
«È necessario però fare i complimenti ai cittadini – prosegue l’assessore -. Sono stati collaborativi, hanno avuto pazienza, comprendendo che c’erano interventi urgenti che avevano la precedenza. Operai e tecnici comunali non si sono risparmiati e anche molti titolari di ditte private hanno messo a disposizioni mezzi e manodopera, se c’era bisogno».
A rimboccarsi le maniche sono stati anche i giovani del Collettivo Carburo, che ha come punto di ritrovo l’ex patronato di Valdagno, da qualche tempo divenuto di proprietà del Comune. «All’inizio non avevamo la percezione di cosa fosse accaduto – spiegano i membri del gruppo -, c’era chi diceva “è un disastro” e chi “non è successo niente”. Ci siamo resi conto che i danni erano ingenti andando ad aiutare a ripulire garage e cantine allagate. Il 17 aprile ha reso drammaticamente evidente la portata di questa emergenza climatica. La risposta che come comunità siamo stati in grado di dare nel momento del bisogno è stata forte ed istintiva, ma non basta supportarsi nell’emergenza: dobbiamo essere in grado di proteggerci e di proteggere la nostra vallata».
Raccolta fondi per gli alluvionati
A seguito della grave alluvione che nel mese di aprile ha colpito la Valle dell’Agno, la Diocesi di Vicenza ha deciso di avviare una raccolta fondi da destinare alle famiglie colpite da tali eventi. Quanto raccolto sarà impiegato da Caritas Diocesana Vicentina, incaricata di occuparsi materialmente degli aiuti nei confronti dei nuclei famigliari che sono in uno stato di bisogno per colpa di questa calamità.
Le donazioni vanno indirizzate all’Associazione Diakonia onlus (ente gestore dei servizi di Caritas Diocesana Vicentina), specificando la causale “Alluvione Valle dell’Agno”:
- a mezzo assegno bancario o circolare;
- versamento sul c/c postale n. 29146784;
- bonifico bancario sul c/c Iban IT96L0839911801000000131962 intestato a Associazione Diakonia Onlus presso Banca delle Terre Venete – filiale di Vicenza.
Le offerte sono detraibili e deducibili fiscalmente. Attenzione: per consentire all’Associazione Diakonia onlus di comunicare la donazione ricevuta all’Agenzia delle Entrate (adempimento previsto per le dichiarazioni fiscali precompilate), chiediamo di fornire i seguenti dati fiscali: cognome, nome, codice fiscale e indirizzo del donatore, scrivendo una mail a diakonia@caritas.vicenza.it.
Andrea Frison
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