Fammi vedere subito i glutei d’acciaio! Avevamo la pedalata assistita… Si scherza a casa di Francesca e David, 33 e 36 anni, in zona Porta San Bortolo. Hanno 718 chilometri nelle gambe e nel cuore, appena rientrati a Vicenza dopo due settimane lungo il Cammino di Santiago de Compostela in tandem per il loro viaggio di nozze. Un cammino di riscoperta, il sigillo di un amore ritrovato, ricompreso, accettato dopo l’arresto cardiaco che ha colpito David quasi 5 anni fa. L’anossia cerebrale ha inevitabilmente creato un prima e un dopo. I due si sono conosciuti e innamorati da volontari in Caritas. Il fascino del capello lungo di lui, il sorriso pieno e rassicurante di lei. Dopo sette mesi e mezzo la mattina del 31 dicembre David si sente male e calano le tenebre. Si risveglia un mese dopo confuso, senza vista, l’arresto cardiaco se l’è portata via, assieme a tutte le conoscenze universitarie: «Sono ingegnere meccanico, ma non ricordo una sola cosa di ingegneria -dice -. Ora va meglio ma all’inizio non ricordavo il nome di molti oggetti» racconta.
Di quel buio, questo pomeriggio a casa di David e Francesca, educatrice e insegnante, non è rimasto nulla. Il ‘dopo’ è luce accecante. La luce del ‘qualcuno Lassù ci dà gli strumenti per affrontare tutto’.
Francesca sposta delicatamente un capello dalla fronte del marito e racconta: «Quella di Santiago è stata un’esperienza al di sopra di qualunque aspettativa, di qualunque ragionamento possibile. La straordinarietà non è il percorso in sé, ma quello che il Cammino ha creato nei secoli, la magia è Santiago stesso».
«È tutto organizzatissimo, a misura di ogni tipo di pellegrino – sottolinea David, appassionato di mobilità sostenibile -. Qualsiasi cosa di cui si abbia bisogno come per magia appare: un meccanico, un ristoro, un elettricista». «C’è sempre lo zampino della Provvidenza» sorride Francesca.
I due giovani hanno intrapreso il viaggio con una coppia di amici di Genova, lei normodotata, lui affetto da problemi alla vista e da una grave fragilità ossea (su facebook e instagram sono David il Pacifico, Francy l’entusiasta, Andrea El Pequegno Loco e Agnese la ansiosa, pagina ‘In fila x 2 col resto di 4’).
«Per noi il tandem è una sorta di cupido che ci ha fatto conoscere un’altra volta, ci ha fatto rinnamorare – racconta Francesca – . Il primo – ScattyComio – ci è stato regalato da alcuni amici della Cicloffi cina di Vicenza dopo l’arresto cardiaco di David. Un due ruote artigianale sopra il quale abbiamo macinato chilometri e chilometri e abbiamo cominciato a parlare e a scoprirci un’altra volta. Camminavamo per mano in tandem. Su Scatty i ruoli della quotidianità – io dovevo assistere David – si invertivano. Io davo la direzione, ma non toccavo per terra, il motore era lui. Grazie al tandem abbiamo imparato a stare insieme di nuovo».
Poi Scatty è stato rubato (poi ritrovato), in ogni caso non sarebbe stato in grado di portare i due fidanzati a Santiago. «Il 30 maggio ci siamo sposati e abbiamo chiesto come unico regalo di nozze un tandem con la pedalata assistita: il nostro ‘Vento selvaggio’» afferma Francesca.
Sopra a ‘Vento selvaggio’, lungo il Cammino di Santiago, gli incontri sono stati il valore aggiunto. «Non potremo mai dimenticare Udo, tedesco sulla sessantina, partito da Friburgo. L’abbiamo incontrato a Ponferrada, in Spagna, dopo Astorga. Affetto da un’emiparesi, guidava una bici simile a quella di Zanardi, ma con l’uso delle gambe per pedalare al posto delle braccia. Quest’uomo trasudava energia e ci ha dato una carica incredibile. Era in sella da due mesi durante i quali il mezzo si era rovesciato. In qualche modo l’ha raddrizzato ed è ripartito. Con noi ha avuto un calore e una disponibilità al dialogo che ci ha aperto dentro. ‘Tanto ch’ho tempo’ continuava a ripetere».
«Poi c’è stata una coppietta di vecchietti che camminavano tenendosi per mano di 79 e 75 anni; ci hanno augurato di stare insieme quanto loro» sorride David.
E il futuro? «Voglio tenermi stretta questa voglia di stare in cammino e di restare aperta alle relazioni, agli incontri, alla vita, alle novità » dice Francesca. «Stare in ‘quest’onda’ ti aiuta a non sentirti solo – aggiunge David -. In questi anni ci siamo sempre sentiti’accompagnati’ ».
Il 30 agosto, a tre mesi dal matrimonio, i due sposi hanno rinnovato i voti nella cappella di Santa Maria di Antigua, all’interno della Cattedrale di Santiago. E adesso? Francesca ha ripreso ad insegnare e David ha cominciato un corso per centralinisti all’Istituto dei Ciechi di Bologna. Il prossimo viaggio sarà a Roma. «Per festeggiare il diploma e magari un nuovo lavoro per David» concludono i due ‘pelletandemini’ come li chiama la vicina di casa e cara amica Angela. (Che – tra parentesi – è la donna che li ha fatti conoscere in Caritas). E il cerchio è chiuso.