La fine di un mondo o l’inizio di un mondo nuovo, anzi di “un nuovo cielo o di una nuova terra”, come recita il versetto scelto per intitolare l’edizione 2022 del Festival Biblico: questa è l’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia, un testo che nell’immaginario collettivo evoca catastrofi e giudizi universali senza scampo ma che in realtà è molto altro: «L’Apocalisse contiene la rivelazione e la profezia sul futuro dell’umanità e del mondo secondo la prospettiva di Dio: un’umanità nuova, fraterna e in pace». A spiegarlo è don Roberto Tommasi della Diocesi di Vicenza, presidente del Festival assieme a don Ampelio Crema della Società San Paolo, espressione dei due principali soggetti promotori della manifestazione. Il tema della nuova edizione, la 18esima, è stato annunciato nelle scorse settimane e «rappresenta l’occasione per prendere confidenza con l’ultimo libro della Bibbia, forse il meno conosciuto e quello di più difficile comprensione ad un primo approccio – prosegue don Roberto -. Per questo il Festival si svilupperà in due filoni: l’approfondimento e la comprensione del testo e la consueta riflessione sull’attualità».
La scrittura del libro dell’Apocalisse è avvenuta attorno al 90 d.C., quando il suo autore, Giovanni, secondo la tradizione lo stesso del Vangelo e di tre lettere, si trovava prigioniero nell’isola di Patmos nel mare Egeo, a 70 chilometri da Efeso, “a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù” come egli stesso racconta nel primo versetto del libro. Il libro è composto in tutto da 22 capitoli per un totale di 404 versetti ricchi di simboli e citazioni veterotestamentarie. «Per questo è un testo di difficile comprensione – spiega don Tommasi -. I simboli sono delle aperture, rimandano ad altro e indicano un oltre. Ma proprio per questa complessità l’Apocalisse è un libro adatto per leggere l’attualità, le tensioni, le difficoltà, le paure che abitano il tempo presente: la pandemia, la crisi dei rapporti sociali ed economici, i venti di guerra ai confini dell’Europa, il cambiamento climatico». E se tutto questo fa sembrare che il conto alla rovescia per la fine del mondo stia arrivando alla fine, «l’Apocalisse è un libro che vuole alimentare la speranza e infondere fortezza e capacità di perseverare nella fede in Dio e nella unità fraterna per chi vive un tempo di afflizione. È un libro che interpella il discernimento per cercare il bene laddove il male sembra prevalere o fare la voce grossa. Ci ricorda che nella storia, in questi travagli, abita lo spirito dell’agape, dell’amore smisurato di Dio: un’energia vitale per il mondo che lo conduce alla pace».