E alla fine anche don Riccardo Pincerato “si alzò e andò in fretta”. Il “motto” che ha accompagnato i giovani alla GMG di Lisbona, tratto dal Vangelo di Luca che segue l’annunciazione e vede Maria partire per andare a trovare la cugina Elisabetta, è un’ottima sintesi per raccontare le ultime giornate di don Riccardo da responsabile della pastorale giovanile diocesana. Dallo scorso mercoledì, infatti, Pincerato è il nuovo responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile.
Una nomina inaspettata per la Diocesi, e in parte per don Riccardo stesso, che lo scorso maggio era stato contattato dal Servizio nazionale. «Si trattò di una chiacchierata molto semplice in cui mi hanno chiesto cos’era per me la pastorale giovanile e come la vedevo in futuro. Ma da allora non ho più avuto nessun altro contatto, fino alla scorsa settimana».
Improvvisamente le giornate per don Riccardo son diventate vorticose, piene di telefonate, «cose da ascoltare, da capire, da collocare… anche perché qui in Diocesi stiamo lavorando a pieno ritmo per pensare, progettare, programmare il cammino di rinnovamento con i giovani e nelle comunità parrocchiali». Un cammino che ha ricevuto una spinta notevole dopo la GMG di Lisbona, sostenuto dal Vescovo Giuliano sempre più orientato a far “camminare con il passo dei giovani” (sono parole sue) le parrocchie, e che con il pellegrinaggio notturno a Monte Berico ha vissuto un ulteriore momento significativo. «Il pellegrinaggio è stato un esperimento ben riuscito, ed è diventato anche una bella occasione per dare il mio saluto al Vescovo e alla Diocesi», dice don Riccardo, che questa settimana è sceso a Roma per conoscere e prendere confidenza con le persone e gli ambienti dove ora lavorerà.
«Non so perché in Cei abbiano pensato a me – racconta Pincerato -. L’unica ragione la trovo nel tentativo che abbiamo fatto in questi due anni (don Riccardo è delegato vescovile per il Servizio diocesano di pastorale giovanile dal 2021, ndr) di restituire la pastorale giovanile alle comunità, di costruire un pastorale giovanile diocesana, ma diffusa. Non esiste una pastorale giovanile ma “chi fa” pastorale giovanile, cioè tutti quagli attori, quelle persone, quelle associazioni, movimenti, scuole, attività sportive, gruppi Caritas, gruppi missionari… tutti coloro che hanno a che fare con i giovani, stanno facendo pastorale giovanile. Questo è quello che mi porto di mio in questo nuovo incarico».
“Si alzò e andò in fretta”, dicevamo, e pertanto don Riccardo ha dovuto già da subito proiettarsi nello scenario romano, mente e corpo.
«Intanto inizierò passando alcuni giorni a Roma e alcuni a Vicenza. Anche perché ci sarà da preparare in maniera seria il passaggio di consegne con chi seguirà la pastorale giovanile in Diocesi. Troverà persone con cui lavorare, progetti, sfide… ma anche la libertà di dire “questo lo riusciamo a fare, questo no…”».
Al suo successore (ancora da nominare) don Riccardo fa un augurio rilanciando le parole che hanno accompagnato la GMG: “alzarsi e andare in fretta”: «In Diocesi ci sono persone, ci sono giovani che ci hanno fatto capire di volerci essere, che arrivano da luoghi non convenzionali, anche fuori dai nostri ambienti, in maniera inaspettata. C’è la possibilità di lavorare, di camminare. Alla GMG ho capito che la realtà giovanile è viva, a differenza di quanto si pensa. Quindici giorni fa abbiamo incontrato i rappresentanti di associazioni e movimenti: c’è voglia di mettersi in rete, come ha fatto Maria con Elisabetta, c’è voglia di uscire, incontrare, collegarsi, trovare altre case e avere fiducia in un annuncio che non è nostro e che avviene fuori dai nostri radar».
Ai giovani vicentini, invece, don Riccardo salutandoli ricorda l’invito del Papa alla GMG: «Ascoltate, non temete, brillate. Brillare, soprattutto, è un verbo che mi piace moltissimo. Dice che c’è già una luce in loro, non gliela dobbiamo dare noi, ma può essere più intensa -conclude don Riccardo -. Questo si collega ad un altro augurio, quello di Giovanni Paolo II alla conclusione della GMG del 2000: “siate sentinelle del mattino”. È bello lasciarsi illuminare dalla luce dei giovani, già lì c’è il Vangelo. È importante che loro stessi ci credano».
Chi è don Riccardo Pincerato
Don Riccardo Pincerato è nato il 3 dicembre 1989 a Camposampiero (PD). È vissuto a Vigonza (PD) fino alla prima superiore per poi trasferirsi in seminario minore a Vicenza. È stato ordinato diacono per la diocesi di Vicenza il 12 maggio 2013 e presbitero il 6 giugno 2015, dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia.
È delegato vescovile per la pastorale giovanile della diocesi di Vicenza dal settembre 2021. Dal novembre 2022 è membro del CDA della Fondazione Caritas Vicenza. Dal 15 maggio 2023 è vicepresidente della NOI associazione Vicenza e della NOI associazione territoriale.
Ha prestato servizio pastorale nell’Unità Pastorale Piazzola, Presina, Isola Mantegna e nell’Unità Pastorale Vicenza Porta Ovest.
Andrea Frison