Don Matteo Zorzanello è il “nuovo” presidente di Noi Associazione. Tra virgolette perché, nell’elezione tenutasi venerdì 5 aprile scorso, don Matteo è stato eletto per il terzo mandato a cadenza quadriennale. Otto gli anni alle spalle da presidente (più uno da incaricato diocesano, all’inizio di tutto), quattro quelli che lo attendono. Don Matteo era parte di una rosa di dodici candidati, presentati dal consiglio direttivo uscente (don Matteo stesso e suor Maria Coccia) e dai vari circoli. Gli aventi diritto hanno votato le nove persone che sono andate a costituire il Consiglio di Amministrazione, così chiamato su indicazione del nuovo statuto territoriale, approvato dopo la nuova legge sul Terzo Settore. All’interno di una riunione dei nove eletti si sono andati a definire i ruoli, tra cui quello di don Matteo come presidente.
Tra gli incarichi figurano quelli istituzionali: formalmente il presidente ha funzioni di controllo e coordinamento ed è il legale rappresentante dell’Associazione diocesana, in solido con tutto il CdA.
«Il presidente non è colui che da solo guida l’Associazione – commenta don Matteo -. Il CdA è il luogo in cui si sogna l’Oratorio e si prendono decisioni in maniera condivisa. Non solo. Mi piace invitare alle riunioni anche i non eletti che si sono resi disponibili a lavorare a livello diocesano. Non votano, ma più teste ci sono, meglio è». Il lavoro di squadra è una metodologia operativa molto cara a don Matteo, accanto alla formazione (animatori Grest, campeggi…) e all’accompagnamento dei Circoli Noi. «La visita alle realtà locali per sostenere le fatiche che ci sono, dalla relazione con i volontari al vivere dentro le Unità pastorali, ai cambiamenti che sta portando la riforma del Terzo Settore (con nuove opportunità, ma anche nuovi obblighi), è un ulteriore punto su cui lavorare molto” afferma don Matteo.
Fare rete, formazione e accompagnamento sono quindi i tre pilastri su cui il Presidente e tutto il Consiglio di Amministrazione hanno intenzione di mettersi all’opera immediatamente. Tre necessità che arrivano anche dal bilancio degli anni passati.
«A livello personale, sono arrivato in Associazione da un’esperienza pratica – spiega -, legata alle parrocchie dov’ero, ma anche distratta, e mi sono accorto allora delle risorse e delle opportunità esistenti all’interno dell’Associazione Noi. La presenza di molte persone disponibili a titolo volontario mi hanno permesso di comprendere meglio cosa vuol dire fare ed essere oratorio. Infine ho capito i meccanismi che stanno dietro al funzionamento di un’associazione, meccanismi che vanno oltre la burocrazia e indicano uno stile contenutistico che consente al Noi di rinnovarsi». In otto anni tante le cose cambiate: «Dal punto di vista numerico di soci tesserati possiamo dire che abbiamo raggiunto la quota vicentina – così don Matteo -. La variazione annuale è minima e questo va bene». Non mancano comunque le sfide: «Le fatiche sono quelle di implementare la formazione, far crescere il senso dell’Associazione, relativamente nuova (15 anni di vita), e il senso di appartenenza ad essa, tre fattori che si intrecciano con la creazione di nuove Unità pastorali e la conseguente ridefinizione degli equilibri».