«In tutti questi anni non abbiamo mai detto no, accettando ogni richiesta, anche nei casi più difficili». Con queste parole don Antonio Uderzo, socio fondatore di “Città Solidale” e oggi parroco nell’Up di Monteviale e Gambugliano, riassume lo spirito di solidarietà e accoglienza della cooperativa sociale giunta alla soglia dei 30 anni. Un traguardo importante per una delle realtà più presenti nel terzo settore vicentino, che gestisce servizi residenziali per persone adulte con disabilità , prive di famiglia e con autonomia limitata nel territorio dell’Ulss 8. Una storia che inizia nel 1988 a Vicenza come associazione, grazie all’iniziativa di un gruppo di persone impegnate nel sociale, per diventare nel 1994 la cooperativa che oggi comprende cinque comunità alloggio e due gruppi appartamento tra Vicenza, Bolzano Vicentino, Montorso e Sandrigo.
Fin dall’inizio lo spirito dei fondatori si è ispirato ai princìpi della solidarietà sociale e della promozione umana, come testimonia don Antonio: «I nostri 30 anni sono un momento importante ma anche un’occasione di riflessione per il futuro e per lasciare ai giovani una testimonianza di vita reale. L’idea fondante è stata fin dall’inizio quella di dare a queste persone una risposta concreta, creando realtà umane e familiari, il più possibile vicine alla vita di tutti i giorni e molto diverse da quella delle strutture pubbliche dove tutto è preordinato e sottoposto a regole ben precise».
Lui stesso racconta un aneddoto a questo proposito: «Anni fa avevamo accolto 12 persone provenienti da S. Felice, classificate come malati mentali ma che in realtà erano solo disabili cognitivi. Un giorno arrivò il barbiere mandato dalla struttura pubblica, noi rispondemmo che non ce n’era bisogno. Li avremmo portati noi da un barbiere esterno per farli sentire più a loro agio come persone».
Anche per Città Solidale esistono però delle criticità , simili a quelle di altre realtà del settore. «La presenza continuativa degli operatori è messa a dura prova dal fatto che spesso rimangono qualche anno e poi vanno altrove per cercare condizioni migliori. Ad esempio, noi abbiamo necessità di fare anche turni di notte nelle comunità alloggio e non tutti sono disponibili. Questa circostanza fa capire come il nostro impegno non sia solo quello di lavorare, ma anche di prendersi cura, dell’essere responsabili di fare qualcosa che va anche al di là del semplice orario di lavoro. Ricordo sempre le parole di Madre Teresa di Calcutta: quando vuoi essere di aiuto al tuo prossimo, lascia a casa i tuoi problemi e dai tutto ciò che puoi”. Come dicevamo “Città Solidale” è composta da varie strutture distribuite nel territorio vicentino. La comunità Cerato ha sede in un appartamento di proprietà del comune di Vicenza e accoglie sette persone. La comunità Luisa e Renato, dapprima ospitata nell’ex manicomio in corso S. Felice a Vicenza, si è trasferita a Montorso nella struttura conosciuta come Casa della Carità , e può accogliere fino a dieci persone. La comunità di Bolzano Vicentino può accogliere nove persone, mentre la Lisiera ne ospita otto. A Sandrigo, negli spazi di proprietà della parrocchia, nel 2004 è stata inaugurata l’ultima comunità della cooperativa, che può ospitare fino a dieci persone. Dal 2021 Città Solidale progetta e gestisce due ulteriori servizi residenziali: gli appartamenti nelle sedi di Montorso e Vicenza. Le persone complessivamente accolte in queste due unità sono otto.
Alessandro Scandale
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