È durato un anno il percorso che ha coinvolto le comunità capi dei due gruppi Agesci di San Bonifacio in vista della route nazionale che si svolgerà a Verona dal 22 al 25 agosto. «È stato un bel modo di condividere il nostro essere appassionati di questo grande gioco che è lo scoutismo e che per noi dell’Agesci significa, in fondo, fare esperienza di Dio», afferma Lisa Ferraro del San Bonifacio 1, capo-scout dal 1996. «L’obiettivo del percorso era quello di “alzare l’asticella” sul proprio percorso di fede – prosegue Lisa – per avere una visione più completa del nostro essere educatori di ragazzi che fanno fatica ad appassionarsi alla Chiesa, alla fede e alla preghiera».
Dal 1974 ad oggi, cioè da quando è nata l’Agesci, le route nazionali che hanno coinvolto le comunità capi di tutta Italia sono state due e hanno contribuito a “plasmare” la fisionomia della giovane associazione nata dalla fusione tra l’Asssociazione guide italiane (femminile) e l’Associazione scout cattolici italiani (maschile). Nel 1978, a Bedonia in provincia adi Parma, la route intitolata “Scautismo: una proposta educativa per gli anni ’80” ha rilanciato la Comunità capi come “luogo fondamentale per elaborare il Progetto educativo di ogni gruppo con attenzione alle dimensioni pedagogiche del nostro servizio e al suo inserimento nelle realtà sociali ed ecclesiali nelle quali operiamo”, si legge nella relazione finale. Quasi vent’anni dopo, nel 1997, la route nazionale che si svolse in Irpinia e intitolata “Strade e pensieri per domani”, vide le Comunità capi riunirsi per “definire meglio i punti qualificanti l’Associazione e il modo di essere dell’Agesci a livello sociale ed ecclesiale negli anni futuri, orientare e sostenere il cammino di formazione di educatori, mettere in evidenza le sfide in ambito educativo, valorizzando e reinterpretando nell’oggi il patrimonio di contenuti e di metodo che l’Agesci ha elaborato in questi anni per il mondo giovanile”.
«Nel 1997 c’ero anch’io – riprende Lisa -. È stato un momento molto importante per l’associazione e mi aspetto molto anche da questa route di Verona. Mi aspetto che l’Agesci cambi, perché è cambiata la società, sono cambiati e i ragazzi e sono cambiati i capi. È necessaria un’apertura maggiore e, allo stesso tempo, ribadire il nostro essere cristiani cattolici». Una riflessione, questa, che l’Agesci porta avanti a partire dal 2019 e culminata con un documento del 2022, denominato “Progetto Emmaus”, che segna il passaggio da un fare catechesi con metodo scout ad una educazione globale alla vita cristiana. Le due comunità capi di San Bonifacio hanno riflettuto proprio su questo a partire dall’icona biblica delle Beatitudini, che accompagnerà la route nazionale di Verona.
Andrea Frison