In un contesto in cui il progresso sembra misurarsi solo in velocità , l’incontro “La TAV attraversa Vicenza – Clima, Territorio, Salute”, organizzato dalla Diocesi e ospitato al Centro Onisto, ha sollevato una domanda tanto semplice quanto necessaria: quale città vogliamo lasciare ai nostri figli?Â
A guidare l’appuntamento di sabato 12 aprile è stato don Matteo Zorzanello, direttore della Pastorale sociale e del lavoro, che ha invitato i presenti a pensare a una città ideale, costruita insieme, fondata sul rispetto dell’ambiente e sul bene comune. Un cammino che la Chiesa vicentina ha scelto di percorrere dando voce a comitati, esperti e associazioni, in modo che il dibattito sulla grande opera di alta velocità non si esaurisca nel tecnicismo, ma interroghi il senso stesso delle scelte che plasmano il territorio. Il convegno ha dato spazio a esperti che hanno delineato un quadro complesso e preoccupante.Â
La portavoce del gruppo “I Boschi che resistono”, ha citato l’articolo 9 della Costituzione per rivendicare il dovere di tutelare il paesaggio e la biodiversità . Ha ricordato come a Vicenza sia stato “sigillato” oramai un terzo del suolo cittadino, denunciando l’impatto di infrastrutture come TAV e Pedemontana. «È il momento di fermare il consumo indiscriminato di suolo», ha sottolineato la portavoce, puntando il dito contro un progetto che, per risparmiare pochi minuti di viaggio distruggerà interi ecosistemi urbani che non potranno più essere replicati.
L’intervento di Mariagrazia Pegoraro, avvocata e presidente della sezione vicentina di Italia Nostra, ha ricordato come la città di Vicenza, patrimonio Unesco, rischi di essere irreparabilmente segnata da barriere alte fino a 9 metri, cantieri diffusi su un’area pari a 25 campi da calcio, demolizioni di condomini e lacerazioni profonde nel tessuto urbano e sociale. «Stiamo parlando di un’opera che devasterà paesaggi storici, quartieri interi e relazioni umane. E per cosa? Per un progetto che continua a essere modificato, spesso in assenza di studi approfonditi e il cui impatto sanitario e ambientale rimane a detta di molti sottovalutato».
Di salute hanno parlato i medici ISDE. Renato Giaretta ha illustrato i dati sull’inquinamento atmosferico in pianura padana, denunciando come le polveri sottili generate dai cantieri TAV aggraveranno una situazione già critica, con conseguenze su tumori, malattie cardiovascolari e infertilità . Angela Tasinato, pediatra, ha richiamato l’attenzione sulla vulnerabilità dei bambini: «Stiamo compromettendo la salute delle generazioni future». Entrambi hanno chiesto trasparenza sui monitoraggi, sul controllo delle fonti di rumore e sulla presenza di PFAS nell’aria e nell’acqua nelle aree coinvolte dai lavori.
A chiudere l’incontro è stato il vescovo di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto, che ha invitato alla sobrietà , intesa come stile di vita e fondamento di giustizia sociale e ambientale. «La Laudato Sì è un invito ad amare il creato, non a sottometterlo. Non possiamo permetterci di ignorare le conseguenze delle nostre scelte», ha detto, confermando la volontà della Diocesi di proseguire il cammino di dialogo e confronto avviato in questi mesi.Â
Dai due incontri emerge una domanda che interpella coscienze e istituzioni: qual è il vero prezzo del progresso? A fronte di pochi minuti guadagnati in viaggio, si brucia tempo prezioso: quello della comunità , della salute, della bellezza, del paesaggio, della memoria. Forse, oggi più che mai, la vera modernità non è invece fermarsi a riflettere prima di accelerare? Rallentare non è rinunciare al futuro, è imparare a proteggerlo.
Giada ZandonÃ
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