Quella sera del 1998, avrebbe dovuto essere una serata tranquilla per Antonio e Barbara, sposi novelli, in compagnia di una coppia di amici con una bambina di 4 anni Alessia. «Nel pomeriggio ci arriva però la telefonata che Alessia non stava bene e che era necessario portarla in ospedale. In serata veniamo ricontattati, Alessia era in viaggio verso Padova: le era stata diagnosticata una leucemia».
Così Antonio Padovan, 55 anni, di Torri di Quartesolo, racconta il momento che, un po’, ha cambiato la sua vita e chissà , anche quella di Alessia: «Subito ho pensato che se Alessia fosse guarita avrei fatto un pellegrinaggio a piedi da Monte Berico alla Basilica del Santo. Se mi chiamo Antonio lo devo anche a mia nonna, che a sant’Antonio era molto devota e mi ha trasmesso questa fiducia». Passato un mese, Antonio decide però di “bruciare le tappeâ€. «Ero sicuro che Alessia sarebbe guarita – afferma Antonio – così ho deciso: il pellegrinaggio lo faccio subito». Oggi Alessia ha 28 anni e si sposerà in settembre. E Antonio continua a camminare. «È diventato un appuntamento fisso, che per una ventina d’anni ho sempre fatto da solo – racconta -. Poi, cinque anni fa, un’amica che sapeva di questa mia iniziativa mi ha chiesto di potermi accompagnare, per una vicenda sua personale. Così ho allargato il giro. Ogni anno scelgo la data e il passaparola circola, senza organizzare niente. Quest’anno partiremo da Monte Berico alle 5.30 di sabato 16 marzo, prevedo di arrivare al Santo verso le 15.30-16. Credo che, in tutto, supereremo il centinaio di persone». Pellegrini che, provengono dal Vicentino, ma non solo. «L’anno scorso una ragazza ha preso l’aereo ed è arrivata da Catanzaro. Sabato ha partecipato al pellegrinaggio e domenica è tornata a casa».
Antonio è un esperto camminatore, appassionato di montagna. «Il periodo che scelgo non è mai fisso, però preferisco farlo in marzo – spiega -, meglio camminare con una felpina o il giubbetto, piuttosto che patire il caldo». L’itinerario è lungo in tutto 39,7 chilometri. «La passeggiata è bellissima, in mezzo la verde – assicura Antonio -. Da Monte Berico prendiamo la ciclabile fino a Longare, da lì saliamo sull’argine del Bacchiglione che percorriamo fino a Tencarola. Tra marciapiedi e ciclabili si raggiunge il Santo. È il tratto più duro, siamo in città e si sente la stanchezza. Poi torniamo in treno».
Responsabile del controllo qualità di un’azienda metalmeccanica, Antonio è molto attivo in parrocchia e nel volontariato. Dopo anni di animatore di Azione cattolica, oggi si dedica con la moglie agli itinerari in preparazione del Battesimo. Attivo nel Cai di Camisano, ha fatto il volontario con i malati di Aids ed è tuttora attivo nel centro diurno per disabili “La Fragliaâ€.
«Durante il tragitto cerco di parlare con tutti. Mi è capitato anche di farlo due volte all’anno, ma da solo, per questioni personali. La soddisfazione più grande? Una ragazza, due anni fa, che mi ha detto: “era da anni che non entravo in chiesa a pregare, oggi ho fatto entrambe le cose”».
Andrea Frison