Siamo tutti d’accordo che “nessuno è profeta in patria”, ma potrebbe esserci un’eccezione che risponde al nome di don Matteo Zorzanello. Nato e cresciuto a San Bonifacio, più precisamente in località “Coalonga”, don Matteo tornerà nella sua parrocchia di origine come parroco dopo 15 anni dedicati alla Diocesi, accompagnando come assistente l’Azione Cattolica dei Ragazzi, come presidente Noi Associazione e in seguito da responsabile la Pastorale sociale e del lavoro e la Pastorale giovanile. «Sono molto contento di tornare in parrocchia, perché uno che sceglie di diventare prete lo fa per questo – confida don Matteo -. L’impegno in Diocesi con le associazioni o con gli uffici è un “extra” che deve durare per un certo periodo di tempo. Mi piace anche il fatto che dopo tanti anni di riflessione sulla pastorale e sui temi sociali avrò la possibilità di mettere in pratica le idee maturate in questo periodo. Ho lasciato San Bonifacio trent’anni fa, alcune amicizie sono perdurate nel tempo e in questi anni sono cresciuti i legami con tante persone incontrate grazie all’Azione cattolica e Noi Associazione. Ma per la maggior parte delle gente sono uno “sconosciuto”. Questo mi aiuterà ad inserirmi guardando al futuro e costruendo relazioni nuove con chi oggi è impegnato in parrocchia»
Ad oggi San Bonifacio fa parte di una Unità pastorale che riunisce altre cinque parrocchie: Lobia, Praissola, Prova, Villanova e Volpino. A queste si aggiungerà la parrocchia di Locara il cui parroco, don Sigfrido Crestani, di venterà collaboratore pastorale nelle Up Arcole-Gazzolo e Veronella-Zimella.
Oltre che a don Matteo Zorzanello, la cura pastorale dell’Up sambonifacese (ventimila abitanti circa) sarà affidata in solido a don Devis Agriman, 44 anni, originario di Lerino e attualmente parroco dell’Up di Bertesina, Bertesinella e Settecà a Vicenza, dove è arrivato dieci anni fa dopo l’esperienza di vicario parrocchiale a Malo e Cornedo. «È stata un’esperienza intensa, bella e illuminante che mi ha permesso di approfondire il mio ministero – racconta don Devis -. Più di tutto rimango no i legami con le persone, in parrocchia non si fanno solo cose ma si costruiscono relazioni, uno dei nodi essenziali dell’essere prete sul quale ci giochiamo molto della nostra credibilità. Per me la novità più grande a San Bonifacio sarà vivere in canonica con altri preti. Negli ultimi sette anni ho vissuto da solo e mi entusiasma pensare di vivere assieme ad altri. Non siamo monaci, è vero, non ci siamo scelti ma un “Altro” ha scelto noi e la speranza di creare una comunità di preti è tanta»
Con don Matteo e don Devis arriverà infatti a San Bonifacio anche don Paolo Allegro, fresco di ordinazione, «con fiducia, serenità e curiosità – dice don Paolo -. San Bonifacio è letteralmente dall’altra parte della Diocesi, sia rispetto a dove sono nato (Piazzola sul Brenta, ndr) che alla parrocchia dove mi trovo ora, Bassano». Nell’ultimo anno don Paolo ha fatto esperienza pastorale nell’Up Sinistra Brenta, «una bella esperienza – dice. Mi sono trovato bene, una realtà ricca di relazioni nelle parrocchia, nei gruppi e nella scuola. Ora il Signore mi chiede di andare altrove e accetto volentieri questa avventura. Conosco un po’ solo don Matteo che ho avuto come assistente in un campo per animatori di Ac, nel 2015. Sarà tutto nuovo, un’occasione per partire con le valige vuote ma con il desiderio di riempirle. Con don Matteo, don Devis e don Emilio saremo una canonica tutto sommato giovane».
A San Bonifacio rimarrà infatti come collaboratore pastorale don Emilio Centomo, arrivato come parroco nel 2017. I tre nuovi preti arriveranno a San Bonifacio con ogni probabilità in ottobre. Il 4 ottobre è infatti previsto un momento di veglia con i partecipanti del Giubileo dei giovani che vedrà impegna to don Matteo Zorzanello la prossima settimana.
Andrea Frison
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