Uno spettacolo dedicato ai senzatetto, a chi, per motivi diversi, vive ai margini della società. Ma è anche una rappresentazione per squarciare il velo dell’indifferenza, sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di povertà che coinvolge sempre più anche cittadini italiani e per lanciare un messaggio di speranza. S’intitola “Se bastasse una sola canzone” ed è stata interamente prodotta dagli studenti della classe terza C della media Bellavitis di Bassano del Grappa.
Si tratta del risultato di un percorso didattico-educativo iniziato due anni fa su iniziativa delle insegnanti Fiorella Chemin e Ada Pattanaro. «Siamo partiti da un lavoro sulle emozioni, sulla percezione di sé e degli altri, sulle relazioni umane – spiega la Chemin – con l’intento di rafforzare nei ragazzi l’autostima, le sicurezze. Da qui, l’obiettivo si è poi allargato e ne è scaturito un intervento di prossimità. Ci siamo rivolti ai frati cappuccini che ci hanno messo in contatto con Casa San Francesco, la struttura comunale che accoglie i poveri». Superata l’iniziale diffidenza, gli studenti hanno toccato con mano la quotidianità, le difficoltà dei senza tetto e delle persone che vivono in uno stato di precarietà personale, abitativa, sociale, lavorativa. Hanno raccolto il loro vissuto, le loro testimonianze, condiviso i pasti alla mensa dei poveri.
Un’esperienza che li ha profondamente segnati e che ha avuto il merito di aprire i loro cuori, di farli riflettere sul significato della vita, della solidarietà e allo stesso tempo di crescere, di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità. «Ne sono scaturiti racconti, poesie, testi molto intensi e coinvolgenti – aggiunge l’insegnante –, dai quali è nata una narrazione preludio allo spettacolo. Una sintesi di alcuni flash legati dallo stesso filo rosso: quello di combattere l’indifferenza e l’emarginazione regalando un sorriso a chi è meno fortunato».
I ragazzi hanno pensato a tutto: luci, costumi e scenografie ridotte al minimo, ma il messaggio che arriva è forte e chiaro. Hanno scelto di non spendere denaro per rispetto verso le persone indigenti che hanno incontrato. Sullo sfondo, l’immagine di una città; in scena solo una panchina, qualche involucro di cartone. Ma poi “arrivano” le coperte colorate a riscaldare il corpo e il cuore dei senza tetto e un angelo che si prende cura di loro. «L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica verso quelli che vengono considerati gli ultimi – dicono i ragazzi -. Incontrandoli, ci hanno detto di essere consapevoli di aver fallito nella vita. Ma possono riscattarsi se la società si prende cura di loro».
L’appuntamento a San Vito è a ingresso libero; eventuali offerte saranno devolute a Casa San Francesco.

