Migranti. Ancora migranti. E chissà quante volte ancora. Già perché questa, più di altre, è una delle questioni simbolo dell’attuale stagione post moderna e che qualcuno vorrebbe post democratica, post europea. Post post, insomma.
Ancora polemiche sul blocco da parte del ministro Salvini, questa volta della nave Diciotti con 177 migranti a bordo (tra cui 27 minori) nel porto di Catania. La novità è che la nave è italiana e della Marina italiana. Sembra che il leader leghista voglia – coscientemente – continuamente ad alzare l’asticella dello scontro, per lucrare fino in fondo voti, da un tema (quello dei migranti, incrociato con quello dell’Europa) che, più di altri, solletica e parla alla pancia di molti italiani. C’è da chiedersi dove voglia arrivare (elezioni anticipate a causa dei profughi e dell’Europa?!).
Vale la pena di fare un po’ di ordine e porci qualche domanda.
Primo. Non c’è alcuna invasione in atto. I numeri dei profughi in arrivo sulle coste italiane ed europee più in generale sono calati in modo notevole e in ogni caso si tratta di numeri assolutamente gestibili.
Secondo. L’Europa ha mancato un’altra occasione per battere un colpo, far vedere che c’è, che ha intuito che quella dei migranti non è un problema italiano e che l’Italia non può essere lasciata sola.
Terzo. Non è che se uno si comporta male o addirittura commette un reato io sono autorizzato a fare altrettanto. Non è dunque che se la Ue ignora le proprie responsabilità lo Stato Italiano sia legittimato a fare altrettanto. In questo senso ci sono delle norme internazionali che non si possono infrangere senza problemi, in nome dell’interesse personale politico – elettorale.
Quarto. Ammesso e non concesso che nella battaglia politica non si facciano sconti, c’è una domanda di fondo alla quale alla fine ciascun leader politico (e ciascun elettore) dovrebbe rispondere: quanto conta la dignità umana, di ogni persona?
È questa la linea fondamentale che dovrebbe essere condivisa da tutti a prescindere dalla collocazione politica e che sicuramente anche molti (tutti?) leghisti condividono sinceramente. Se è così allora, il limite richiamato dal presidente Conte e dal presidente dalla Camera Fico va riaffermato e ci si deve fermare. Se invece, in nome di qualche voto in più, si è disposti anche a vendere l’anima al diavolo, calpestando (ancora) la dignità di molte persone, allora c’è da preoccuparsi. La storia ci dice che queste derive hanno portato a nefandezze che possono marchiare in modo indelebile interi popoli.