«Riportacela a guerra finita». La bandiera gialla e blu, i colori dell’Ucraina, è stata donata qualche giorno da un gruppo di bambini del Lokomotyv Kiev ai volontari dell’associazione umanitaria vicentina Il Ponte – MICT, prima che i bimbi stessi risalissero nel pullman diretto al Paese natale, piegato dalla guerra.
Grazie a una collaborazione con l’istituto San Gaetano di Vicenza, l’associazione umanitaria ha permesso loro di passare una vacanza “normale”, fuori dal conflitto, in Italia. Dal 20 giugno al 7 luglio, ospitati appunto al San Gaetano nella parte della struttura che viene riservata alla pastorale giovanile e agli scout, 19 ragazzini ucraini fra i 12 e i 14 anni hanno giocato amichevoli di calcio con varie squadre giovanili dei dintorni, e hanno potuto vivere in serenità per un po’ più di due settimane. Anche con esperienze indimenticabili, per dei giovani appassionati di pallone: grazie a un contatto con il presidente del Milan (Paolo Scaroni, vicentino) un giorno hanno potuto visita re il museo di Milan e Inter a Milano, vedere San Siro e in contrare – in immagini d’epoca, che hanno fatto storia – l’idolo calcistico nazionale Andrij Shevcenko.
Una vita appunto quasi “normale”, per delle giovani vite la cui esistenza in patria normale non è: tutti gli ospitati sono orfani, o della madre o del padre, e sono stati sfollati a Kiev dalle regioni occupate dai russi dal 2022 in avanti. «Qualche tempo fa lessi un’intervista a Shevcenko in cui parlava proprio di questo centro sporti vo di Kiev, il Lokomotyv, che ospitava bambini sfollati. Ho deciso di mettermi in contatto con loro, ne è nata questa ospitalità» spiega Francesca Lomastro, ex insegnante, presidente di Il Ponte – Mict. Da molti anni l’associazione ha stretti legami con l’Ucraina. Prima della guerra, ogni anno organizzava dei soggiorni in Italia per bambini malati a causa dell’esplosione nel 1986 del reattore nucleare a Chernobyl. Con la guerra, l’associa zione continua a dare aiuto ai più piccoli e meno fortunati. «E’ il secondo anno che collaboriamo all’ospitalità di giovani ucraini con “Il Ponte”. L’anno scorso erano stati due gruppi di adolescenti della zona di Chernyv, area di guerra – osserva Graziano Culpo, fra i coordinatori all’istituto San Gaetano – davvero dei bravi ragazzi. Mi aveva colpito la loro serietà, il timore di fare rumore, l’abitudine a cercare di non essere sentiti. Come colpisce l’aiuto volontario che, anche quest’anno, molte signore ucraine hanno prestato volentieri per questo gruppo di ragazzi: venivano qui nelle poche ore di riposo che hanno, perché spesso sono badanti, per fare da mangiare e stare vicino ai bambini. Come fossero figli loro».
Lomastro spiega come a rendere possibile il tutto sia stata una gara di solidarietà da parte di varie realtà vicentine: il Comune e la parrocchia di Caldogno, Bvr e Rotary di Vicenza, Sara assicurazioni e autoricambi, Sorelle Ramonda. Non ultimi il sindaco di Verona Damiano Tommasi e l’assessore vicentino allo Sport Leone Zilio, «grazie a loro i ragazzi hanno potuto assistere alla Partita della Nostalgia al Menti». L’associazione spera di poter organizzare un’altra ospitalità di ragazzini sfollati, entro la fine dell’anno. «La sera dei saluti è stata molto difficile, per uno dei piccoli ospiti era l’anniversario della perdita del padre e questo ha rattristato tutti – spiega Lomastro – del resto, questo è la guerra. La guerra fa gli orfani, i morti, i bambi ni mutilati. Piccoli che non mangiano e non parlano, che non giocano più».
Al momento dei saluti, la comitiva prima di rimontare nell’autobus diretto alla frontiera ha donato ai volontari dell’associa zione una bandiera con tutte le firme. «Siamo contenti, perché volevamo che questi ragazzini se ne andassero un po’ più sorridenti di quando sono venuti. Ed è stato così» conclude Lomastro.
Andrea Alba
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