Domenica 14 settembre, alle 16, presso il santuario del beato Claudio a Chiampo, suor Linda Frola, presenterà “La Pomata Fantasia”, spettacolo di evangelizzazione e prestigio per bambini e famiglie. La religiosa, originaria della Valtrompia, ha girato l’Italia prima di tornare 7 anni fa nel Bresciano, in Franciacorta, a Monticelli Brusati.
Com’è nata la sua “vocazione” artistica?
«Quasi per scherzo, ma sopratutto per curiosità. Un amico frate mi mostra due giochini di prestigio semplici che mi catturano. Il desiderio di imparare è immediato e così ci provo. Acquisto qualche materiale base e mi alleno. Faccio anche un’altra esperienza: mi invitano ad un pellegrinaggio a Lourdes in treno con bimbi disabili e le loro famiglie, sul treno c’è un mago prestigiatore molto bravo e mi colpisce l’attenzione dei bambini. Qui arriva l’intuizione: usare il linguaggio del gioco di prestigio per comunicare contenuti evangelici. Il percorso inizia e si realizza apprendendo sempre nuovi giochi e proponendo veri e propri spettacoli. La mia tesi “La realtà immaginata rende più credenti” è diventata un libro: “Evangelizzare con Fantasia” edito da MondoTroll».
E quella religiosa?
«Ha origine nel mio semplice ambiente di vita montano, che si sposa bene con la spiritualità francescana. Anche la professione di infermiera piano piano mi apre al mondo dell’amore per chi soffre.
Entro a far parte di una comunità religiosa francescana per ben 25 anni. Successivamente il desiderio di una vita più ritirata mi porta a vivere un’esperienza di eremo. Così oggi vivo in un eremo accanto a un Santuario Mariano e dedico più tempo alla preghiera e all’ascolto che agli spettacoli».
Il suo obiettivo è di trasmettere il Vangelo con un linguaggio efficace. Ritiene che la strada intrapresa possa aprire nuove opportunità di catechesi?
«Ci sono molte esperienze in questa direzione, la Goospel Magic iniziata in ambiente protestante è una di queste. È importante non perdere di vista l’obiettivo: incontrare Gesù e i valori evangelici. Poi i linguaggi che oggi abbiamo a disposizione sono una grande opportunità: musica, teatro, giochi ecc…».
In tempi nei quali i social la fanno da padroni lei ha scelto un percorso che privilegia il rapporto diretto con le persone. Cosa suggerisce a coloro che oggi si impegnano nella catechesi?
«La prima cosa è chiedersi se si è veramente innamorati, appassionati di ciò che si trasmette. Mi verrebbe da dire: se hai fatto davvero esperienza di Cristo e della sua Parola e ti ha toccato la vita, tutto di te parla di Lui, ma se non c’è l’esperienza, la passione puoi solo trasmettere sterili concetti imparati su libri perfetti».
La nostra società è sempre più multietnica e multi religiosa: ritiene che i suoi giochi di prestigio possano contribuire al dialogo con altre culture e altre religioni?
«C’è un linguaggio che è universale: l’Amore. I miei spettacoli vogliono trasmettere valori che sono sì evangelici, ma universali. Chi è che non vuole pace, gioia, allegria, amore, fratellanza?».
Un ricordo particolare della sua esperienza di insegnante di religione.
«Alcuni bambini di scelte religiose diverse si dovevano assentare durante l’ora di religione ma a malincuore poiché al loro rientro in classe la gioia dei compagni era contagiosa. Due bambini musulmani, due buddisti e qualche ateo, (per scelta dei genitori…) hanno lottato caparbiamente per partecipare alle mie lezioni. È stata un’esperienza molto bella dove sono nati dialoghi e amicizie con le famiglie. Oppure il pianto di un bimbo che al racconto della parabola del Padre Misericordioso utilizzando uno strumento “magico”, afferma: “Troppo buono questo papà Dio”».
La sua tesi ha evidenziato l’obiettivo di collegare la sua arte con il percorso di fede. Ritiene di poter aiutare i ragazzi e i giovani nelle loro scelte importanti?
«Non basta certo uno spettacolo, ma si sa che lo Spirito Santo si serve di tutto per accendere scintille di Luce».
Sabato 14 settembre cosa proporrà a Chiampo?
«Un momento meraviglioso di gioia, di stupore e di accensione del cuore. Poi se glielo dico lei sa tenere un segreto?». – Certo! – «Beh… anch’io».
Piero Maestro
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