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Home Attualità Territorio

Il cantiere Tav si avvicina al centro di Vicenza. Ecco cosa succederà.

Non sono interventi ferroviari, ma stradali: verrà eliminato il sottopasso di Via Olmo che collega Via della Scienza alla Statale 11. Ne verrà costruito uno accanto, verrà ampliata la rotatoria (lato Beltrame) e ne sarà aggiunta un'altra

12 Dicembre 2024
in Territorio, In primo piano
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Il cantiere Tav si avvicina al centro di Vicenza. Ecco cosa succederà.

L'area adibita a cantiere per la realizzazione del nuovo sottopasso di Via Olmo in zona industriale (© La Voce dei Berici)

Un protocollo d’intesa che ufficializzi le ultime modifiche volute dal Comune di Vicenza da firmare a gennaio, prime ruspe in azione tra 3-4 mesi, la conferma di 3 varchi alternativi da realizzare prima che Ponte Alto venga abbattuto.

Sono le principali novità del secondo lotto della Tav, i 6,2 km da Olmo di Creazzo alla stazione di Vicenza. Una grande opera che, volenti o nolenti, è realtà e impatterà sulla città e sulla vita dei vicentini. Il secondo lotto è cominciato ufficialmente nel settembre 2023, ma si è trattato solo di carte e documenti. Tra pochissimo entreranno in azione ruspe, escavatori e betoniere. Le prime opere non riguarderanno i famosi due binari ferroviari da aggiungere alla linea esistente, ma le opere stradali, in particolare il sottopasso di Via Olmo (quello sotto il quale passa un’auto alla volta) che collega l’estremo ovest di Via della Scienza (zona industriale) e la Statale 11. I lavori dovrebbero cominciare in primavera. Verrà costruito un nuovo sottopasso di fianco all’esistente che diventerà ciclopedonale. Verrà allargata l’attuale rotatoria (lato Beltrame) e ne verrà realizzata una nuova dove oggi c’è la strada che va in centro ad Altavilla. «Hanno già approntato il cantiere ed è in corso la bonifica bellica – spiega il consigliere comunale Angelo Tonello, ingegnere con delega alla Tav -. La nuova rotatoria verrà realizzata dopo l’apertura del nuovo sottopasso ». «Come Comune siamo riusciti ad inserire nel progetto che i lavori a Ponte Alto non potranno cominciare prima della realizzazione dei tre varchi alternativi – sottolinea Tonello -. Un piccolo dettaglio che fa una grossa differenza». L’obiettivo del Comune è salvare il più possibile la viabilità.

I tre varchi alternativi

Oltre al nuovo sottopasso di via dell’Olmo, Iricav e il Comune, una volta “perso” viale degli Scaligeri a Ponte Alto, pensano di far defluire il traffico della zona ovest con la realizzazione di altri due varchi. Il primo è un nuovo sottopasso che unirà via dell’Oreficeria alla rotatoria di statale 11 all’altezza di Villa delle rose (poco prima di Ponte Alto), chiamata variante Palakiss, un progetto che il Comune ha in pancia dal 1999. Il terzo lavoro perché il traffico defluisca è l’al-lungamento di via dell’Arsenale che parte da viale dell’Industria «passa davanti all’arsenale, devia verso nord, costeggia il terminal Messina e l’area Lanerossi e arriva all’altezza del Bocciodromo, per poi interrarsi sotto al parcheggio di via Rossi e sottopassare la ferrovia, sbucando in Viale San Lazzaro all’altezza dell’odierno cavalcavia Ferreto de’ Ferreti. Il bocciodromo dovrà essere abbattuto per questo motivo», spiega Tonello. Il cavalcavia Ferreto de’ Ferreti verrà pure demolito e sarà sostituito da una passerella ciclopedonale, ma non prima che siano stati realizzati l’allungamento di via dell’Arsenale e il Cavalcavia di via Maganza. «Via dell’Arsenale non si realizzerà solo per migliorare la viabilità causa Tav, ma è nel Piano di assetto del territorio (Pat) dal 2010. Ferreto de’ Ferreti non si può ricostruire perché avrebbe geometrie fuori normativa e non ci sarebbero le distanze minime dagli edifici esistenti previste dalla normativa» puntualizza il consigliere delegato. Se entro il settembre 2026 i tre varchi non saranno pronti, i lavori a Ponte Alto dovranno aspettare e quindi anche la Tav. Non c’è posto, infatti, per i due nuovi binari che dovranno passare sotto l’attuale via degli Scaligeri. Per questo Ponte Alto verrà abbattuto.

Gli abbattimenti

I condomini-case da abbattere sono 10, compresi l’ex albergo cittadino (che ospita circa 80 persone in grave stato di marginalità) e il Bocciodromo. Risalendo da ovest verso il centro di Vicenza sono: quattro edifici in Via Marcello e Via Boccherini (laterali di Viale San Lazzaro), due edifici in Viale San Lazzaro tra la rotatoria della Lidl e la rotatoria di Viale Crispi, un edificio in Viale Verona e due casette in Via Ca’ Alte a ridosso della ferrovia. Coinvolte 160 famiglie, 330 residenti. Le due casette di Rfi sotto il cavalcavia di Ferreto de’ Ferreti sono già state abbattute quest’estate «perché oggetto di continue occupazioni abusive», spiega Tonello. «Senza nessun tipo di controllo sulle polveri alzate – denuncia la presidente
di Italia Nostra Mariagrazia Pegoraro -, partiamo con il piede sbagliato». Per quanto riguarda gli espropri «siamo al 96% degli accordi economici, al 66% di preliminari sottoscritti che hanno permesso ai proprietari di ottenere l’80% dell’indennizzo – dice il consigliere delegato -. Iricav ci ha fatto sapere che i proprietari spingono per accelerare, hanno la necessità di liquidità, molti hanno già individuato l’abitazione alternativa ». A Vicenza gli abbattimenti sono numerosi perché negli anni non sono stati rispettati i 30 metri di distanza dal binario all’immobile. Dagli anni ’50, fino a non tanti anni fa (uno dei condomini in via Marcello è stato costruito negli anni 2000), le Ferrovie italiane hanno sempre concesso al Comune la possibilità di costruire all’interno dei 30 metri. «Cosa ad esempio non avvenuta a Verona, città in cui la distanza dei 30 metri è sempre stata rispettata» spiega Tonello.

Le opere in zona Ferrovieri

Il quartiere che subisce le modifiche maggiori a causa della Tav è quello dei Ferrovieri. Verranno realizzati: il sottopasso dell’Arsenale, la passerella ciclopedonale di Ferreto de’ Ferreti, le barriere antirumore lungo la Ferrovia, i “tappettini” assorbi-vibrazioni e il cavalcavia di via Maganza.

Il nuovo cavalcaferrovia di via Maganza

L’opera che preoccupa di più le associazioni ambientaliste è il cavalcaferrovia alto 9 metri che dovrà essere realizzato in Via Maganza, l’effettivo sostituto dell’attuale cavalcavia di Ferreto de’ Ferreti, che metterà in comunicazione viale Verona e la Stazione con il quartiere dei Ferrovieri. «Senza il nuovo cavalcavia il quartiere resterebbe isolato dalla città – spiega Tonello –. Siamo riusciti a ridurre l’impatto proponendo una nuova soluzione. Ad esempio abbiamo ridotto di un metro l’altezza; anche l’Unesco, che ha attenzionato l’opera fin dal progetto preliminare, ha apprezzato i nostri sforzi». Per realizzare il cantiere verranno abbattuti gli alberi del boschetto adiacente a via Ca’ Alte e Via Maganza. «Il progetto definitivo prevedeva la realizzazione di un betonificio – spiega Tonello -. Ci siamo messi di traverso, abbiamo fatto notare che non è necessario e ci hanno dato ragione. Non sappiamo ancora se il boschetto verrà completamente abbattuto».

La sorte del Bosco Lanerossi

«Contiamo che per la realizzazione di via dell’Arsenale non si debba radere al suolo il bosco Lanerossi. Servirà un’area di cantiere molto più modesta ». Il consigliere con delega alla Tav Tonello è fiducioso. Intenzione del Comune è preservare un’ampia area del bosco, importante polmone verde per il quartiere dei Ferrovieri. Il Bosco Lanerossi la scorsa settimana ha ricevuto la visita del vescovo Brugnotto che è rimasto colpito e ammirato dal raro esemplare di ‘Liquidambar’.

La Tav ad est

Il terzo lotto della Tav comincia dopo Viale del Risorgimento che, per il momento, non prevede interventi. Al vaglio, oggi, ci sono tre studi di fattibilità: l’aggiunta di due binari completamente in superficie; il parziale interramento in trincea tra Strada del Megiaro e Strada dei Pizzolati, lungo circa 500 metri, con il resto in superficie. La terza possibilità prevede l’interramento precedente, ma mentre la linea ferroviaria storica torna in superficie dopo Strada Pizzolati, i due nuovi binari della Tav restano sottoterra fino a Settecà, per poi risalire e passare sopra il Tesina. «I vicentini non conoscono quest’ultima alternativa. Ci stiamo organizzando per presentarla alla città», dice Tonello. Tutti e tre gli studi di fattibilità prevedono degli abbattimenti. La seconda e la terza soluzione qualche abbattimento in più perché per costruire le gallerie serve più spazio. Per contro sparirebbero i problemi acustici e il quartiere sarebbe ricucito. «Appena firmato il protocollo d’intesa cominceremo a lavorare per decidere sulla parte est. Vogliamo muoverci con largo anticipo anche per risolvere il problema della ricollocazione delle persone che dovranno lasciare casa, perché non si ripetano gli errori del passato», sottolinea il delegato.

Tempistiche lavori

L’inizio dei lavori per l’allargamento della ferrovia e la creazione di due nuovi binari Tav sono previsti per l’estate 2025. I primi condomini di San Lazzaro cadranno in tarda primavera. Cominceranno alla fine del 2025 i lavori di Via dell’Arsenale. Se tutto fila liscio le ruspe arriveranno in centro a Vicenza indicativamente entro la fine del 2025, inizio 2026 con una durata stimata in 9 anni (ma saranno di più) «anche se molti lavori saranno concentrati nei primi tre anni, per poi lasciare spazio a lavori prettamente ferroviari, ad esempio la posa dei binari» conclude Tonello.

Il progetto prevede l’abbattimento di Ponte Alto a settembre 2026. Come detto, però, solo se i tre nuovi varchi saranno già operativi.

Marta Randon

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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