Fino al 30 novembre a Caldogno c’è un’occasione rara per entrare nella suggestiva chiesetta longobarda di San Michele in via Marconi (nell’area del cimitero), solitamente chiusa al pubblico, e lasciarsi avvolgere dal dialogo tra arte, spiritualità e natura. L’artista vicentino Luciano De Marchi ha allestito la mostra “Cantico”, un percorso ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi: trenta sculture in legno che raccontano la vita e la materia, la luce e l’ombra, il sacro che abita l’umano. Un coro silenzioso di mani, volti e gesti che invitano alla riconciliazione con gli elementi e con se stessi. La chiesetta sorge non lontano da Villa Caldogno, creando un ponte ideale tra l’eredità longobarda e la magnificenza rinascimentale: un dialogo tra epoche che racconta la continuità viva della storia e dell’arte in questo luogo.
«Luciano De Marchi scolpisce sempre Francesco, ma in mille sfaccettature: Francesco sole, notte, acqua e fuoco, vento e terra. Francesco fiori, erba, pane. Francesco offeso e perdonante, malato e cieco. Francesco con sorella morte in corpo. Ogni figura racconta una stagione interiore – spiega Cristiana Santambrogio, scrittrice che ha tradotto il testo di Eloi Leclerc I simboli dell’unione, il più completo commento del Cantico delle creature di San Francesco -. Questa mostra non serve a nulla se pensiamo che racconti solo di Francesco d’Assisi e non di noi».
Due anni prima della morte – tra il 1224 e il 1225 – Francesco d’Assisi compone parole e musica del Cantico delle Creature: Sole e luna, acqua e fuoco, terra e vento. Perdono, malattia, tribolazione, morte. Gli elementi non sono solo buoni: Sora acqua irriga o inonda. Frate fuoco scalda o brucia. Francesco canta tutto, nella sua ambivalenza.
«E qui interviene l’intuizione dell’artista: un canto di riconciliazione. Riconciliazione con tutto ciò che c’è. Come accade, a volte, verso la fine del viaggio della vita. Arriviamo al cuore dell’opera di Luciano: ha scolpito sempre Francesco, ma in mille sfaccettature. Francesco sole, Francesco notte, Francesco acqua e fuoco, vento e terra, fiori, erba e pane. Francesco offeso e perdonante, tribolato e lacrimante, malato e cieco. Francesco con sorella morte in corpo. Sono altro, fuori, attorno a noi. Ma sono anche dentro, parti di noi, situazioni ed emozioni. Accolte, diventano preghiera o arte. Se faccio pace con me stessa, sospendo il giudizio, riconosco la verità delle mie stagioni, tutto di me parla di Dio e parla a Dio. Preghiera laica e arte mistica».
Con questa chiave di lettura, visitando la mostra, le trenta opere non raccontano solo di Francesco ma parlano di noi. Vedremo la notte oscura di Francesco, ma anche la nostra. Quelle mani e quei volti ci fanno intuire che non esiste male assoluto, guerra, nemico o morte definitiva nella vasta accoglienza di tutto ciò che c’è. Gli orari di apertura della mostra sono limitati al fine settimana: sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30. L’ingresso è libero.
Alessandro Scandale
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